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Gli infortuni Juve sono troppi: la teoria di Motta e la battuta che sdrammatizza

BIRMINGHAM (INGHILTERRA) - Thiago Motta tira dritto per la sua strada senza cambiare di una virgola parole, tono, postura ed espressione. Avere un leader così aiuta soprattutto se la rosa che deve essere gestita ha il tallone d’achille dell’età tenera e quindi può peccare in personalità. Ma non basta. Perché la Juventus è decimata dagli infortuni, addirittura otto giocatori out con appena 14 elementi di movimento disponibili (e nel calcio moderno non si gioca in 11, perché con questi ritmi il peso dei cambi spesso fa la differenza) per cui stasera, al Villa Park, bisognerà davvero crederci per non uscire con le ossa rotta contro una squadra che in Champions ha finora totalizzato due punti in più della Juventus grazie a tre vittorie non tutte proprio banali visto che, oltre ad aver piegato il Bologna e lo Young Boys, ha superato in casa il Bayern Monaco per 1-0 grazie a un gol di Duran.

Juve decimata, Thiago Motta asceta

Ma Thiago Motta non lascia trapelare il minimo nervosismo, assumendo quasi un atteggiamento da asceta, di chi entra in piena sintonia con il proprio mantra, il proprio pensiero, più forte di tutto. "Così come sono stato orgoglioso di ciò che la squadra ha saputo fare a Milano con il Milan, tenendo conto delle condizioni in cui eravamo arrivati, così sono convinto che anche in casa dell’Aston Villa sapremo esprimerci al meglio, partendo con umiltà. Perché ho fi ducia in me e ho grande fi ducia in questo gruppo di giocatori che sa di dover far qualcosa in più, alla luce di tutti coloro che ora sono indisponibili". Sul perché di questa lunghissima catena di infortuni apre il muro, ma nemmeno troppo: "Casuale? Non credo, succede a tante squadre e dunque ci sarà una ragione. Ma non serve stare a pensarci troppo, noi dobbiamo solo puntare a dare il massimo e fare come contro il Milan, una squadra che al pari dell’Aston Villa è molto forte nelle transizioni. Contro gli inglesi, se si apriranno, dovremo essere veloci nell’attaccare, altrimenti bisognerà aspettare il momento giusto".

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