Il barracuda
Con Rrahmani forma una coppia super, uno dei segreti della squadra di Conte e degli otto clean sheet collezionati in tredici giornate. Dodici, invece, le sue partite dal 1’ all’ultimo istante: ha saltato Verona per infortunio e adios. Non ce n’è per nessuno. La sua Napoli è la casa a Posillipo, qualche uscita con i colleghi, il lavoro. Torino è tutto: culla, famiglia, origini, fede, storia. I primi calci al Barracuda, una scuola che ha segnato il suo destino di marcatore feroce e predatore: gli piaceva così tanto che pur di continuare a divertirsi con i suoi amici, dubitava se accettare il Toro. La squadra del cuore: lo aveva scelto Silvano Benedetti, un’altra colonna granata, un altro difensore centrale, e l’occhio non l’aveva tradito. Il sangue granata di Ale e della sua famiglia, alla fine, cominciò a bollire: e la storia ebbe inizio. Si allenava nel mito di Alessandro Nesta e studiava, lo ha fatto sempre e lo fa ancora oggi: il Liceo Scientifico, la laurea in Economia Aziendale e ora la Magistrale. Il suo modello storico è Gandhi: è un guerriero ma anche un giovane uomo saggio e riflessivo. Papà lo chiamava “calma piatta”, per prenderlo in giro.
No, grazie
Nel Napoli, dicevamo, ha raccolto l’eredità di gente del calibro di Koulibaly e Kim, ma siamo alla prima stagione; con il Toro, a cui De Laurentiis ha versato 35 milioni più 3 di bonus per averlo, ha giocato 109 partite, di cui 99 in serie A, ma è stato di proprietà del club per 17 anni. Dagli 8 ai 25, con due parentesi in prestito al Trapani e al Carpi. Nel suo curriculum granata c’è anche il rifiuto alla Juve, in estate: «Sono nato e cresciuto nel Torino, ho sempre giocato nel Torino e ho letto i nomi a Superga: mi sentivo di tradire in primis me stesso». Coerenza, sincerità, principi. Ma domenica, ormai, è dietro l’angolo e allora sarà un’altra storia, tutti in piedi all’Olimpico: c’è Torino-Napoli a casa di Alessandro Buongiorno. Nu juorno buono.
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