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Presidenza Lega Serie A, verso le elezioni: Simonelli divide. Spinto da Inter, Juve e Milan, ha contro De Laurentiis e Lotito
items-center text-gray2 flex text-sm gap-1.5"> Emanuele Tramacere
2 minuti fa
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L'equilibrio politico della Lega Serie A si prepara presto ad essere smosso. Come sempre accade, una volta terminato il quadriennio che si sussegue alle Olimpiadi estive, tutte le cariche federali e delle leghe sottostanti, devono essere rinnovate. Per la Lega Serie A significa che il mandato dell'attuale presidente Lorenzo Casini e con lui l'attuale Amministratore Delegato Luigi De Siervo decadranno dalle rispettive posizioni e dovranno quindi essere ri-eletti o trovati dei sostituti. Se per l'ad in carica la riconferma è oggi scontata, così non è per la Presidenza che vedrà, salvo sorprese, l'elezione di un nuovo nome. Il 9 dicembre a Milano in via Rosellini si terrà l'Assemblea di Lega in cui i club si ritroveranno a votare, con il candidato forte Ezio Maria Simonelli che già divide i 20 club.
LOTTA DI POTERE - L'elezione del presidente di Lega rientra in un più ampio ragionamento che va a coprire la "lotta di potere" che parte e si allarga fino all'elezione del nuovo presidente della Figc. Gabriele Gravina e la Serie A per lungo tempo sono arrivati ad uno scontro, fra autonomie e poteri chiesti e mal concessi ma, proprio in vista della sua ricandidatura, l'attuale e verosimilmente nuovo presidente federale ha teso la mano verso una parte dei membri della Lega Calcio invitandoli a schierarsi compatti verso un presidente che possa poi tracciare la via (anche sua) per le elezioni del 3 febbraio.
CHI E' SIMONELLI - Simonelli, giornalista e avvocato originario di Macerata è un nome spinto in assemblea da Adriano Galliani (consigliere Figc ndr.) con cui è amico di lunga data e con cui ha lavorato all'interno delle aziende di Silvio Berlusconi. Nel corso della sua carriera è stato preside del Collegio sindacale di Mediaset Italia Spa, ma anche sindaco effettivo di Arnoldo Mondadori Editore Spa. Sarà lui il candidato forte con Lorenzo Casini, uomo vicino a Claudio Lotito, che è sempre più defilato e in aperta rottura con molti dei top club.
SIMONELLI DIVIDE - È noto da tempo che il rapporto fra Gravina e Lotito non sia mai stato idilliaco, anche perché il patron biancoceleste fu vicinissimo al compianto ed ex-presidente federale Carlo Tavecchio che precedette l'attuale numero 1 Figc alla guida della federcalcio. E il nome di Simonelli, non avverso proprio a Gravina, non solo indica molto di quella che sarà la battaglia di palazzo per l'elezione del Presidente Figc (solo la Lega Serie A potrebbe candidare oggi un nome alternativo e Del Piero è sempre più defilato), ma sancisce anche una nuova divisione in due fazioni all'interno della stessa Serie A.
MAROTTA, SCARONI E SCANAVINO CON SIMONELLI - Per l'elezione servirà il voto di almeno 14 componenti sui 20 che prenderanno parte all'assemblea e già oggi, almeno sulla carta, Simonelli potrebbe ottenere il posto al primissimo spoglio. L'uomo spinto da Galliani è infatti supportato dalle big, con Marotta e l'Inter in testa e con Scaroni per il Milan, Scanavino alla Juventus e la Roma a seguire. Perfino la Fiorentina, storicamente lontana ai tempi di Joe Barone da questi scenari, si è momentaneamente schierata a favore di Simonelli insieme a, come riportato da Calcio & Finanza, Torino, Udinese, Cagliari, Atalanta e alle proprietà straniere come Parma, Genoa, Como, Bologna e Venezia.
LOTITO E DE LAURENTIIS CONTRARI - Chi invece sta osteggiando la candidatura è il gruppo dei "presidenti e proprietari" capitanato da Claudio Lotito e supportato strenuamente da Aurelio De Laurentiis. Insieme a loro anche Empoli, Lecce e Verona. Il patron della Lazio, non a caso principale artefice della sponsorizzazione di Alessandro Del Piero per la Figc, sta lavorando anche per rivoluzionare le cariche da statuto ridimensionando anche il ruolo dell'amministratore delegato (anche su De Siervo è infatti uno dei contrari). Se questi 5 club non troveranno sponde soprattutto nelle medio-piccole allora tutto il gioco di potere del palazzo andrà a dama, con Gravina che poi dovrà trovare il modo di premiare la "lealtà" della Serie A in questo percorso ri-elettivo.
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