C ’è una cattiva notizia e una buona, come nelle barzellette, anche se per Motta c’è poco da ridere. Quella cattiva: la Juventus ha 13 giocatori di movimento, come le squadre degli Anni 70 che ne mandavano due in panchina, insieme al secondo portiere. E questa non può essere solo sfortuna. Quella buona: la Juventus ha chiamato cinque ragazzi tra i 17 e 20 anni a rimpolpare la rosa e, soprattutto, Thiago ha la visione e il coraggio giusti per provare a sfruttare il loro talento senza bruciarlo e ha già dimostrato di non essere il tipo di allenatore che mette i giovani solo quando c’è un’emergenza totale.
Detto ciò, trovarsi con nove giocatori indisponibili a questo punto del campionato meriterebbe una riflessione più profonda, perché non è stata ancora scollinata la metà della stagione e neppure il periodo più intenso e decisivo. Oltretutto, in questo momento, tutta la rosa è sotto stress fisico: chi si è fatto male, ma anche chi finora non ha avuto infortuni, ma ha giocato più di quanto avrebbe dovuto per tamponare i buchi. Ribadiamo, ancora una volta, che la ricetta anti-infortuni non esiste e che la sfortuna gioca un ruolo sempre molto importante nel determinante non tanto il numero quanto il tempismo degli infortuni che si allineano in situazioni particolarmente iellate.
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