TORINO - Non è la sconfitta contro il Napoli a preoccupare. Troppa la differenza di valori, troppa la qualità della capolista. Anzi, semmai bisogna evidenziare che il Torino ha dimostrato di essere una squadra viva, che per un tempo ha giocato alla pari con un’avversaria superiore. Di più: sull’esito dell’1-0 per i campani pesano terribilmente gli errori di Adams in avvio e Coco nella ripresa, che avrebbero potuto dare un senso molto diverso alla partita. La situazione va però guardata in un’ottica più larga, quella sintetizzata alla perfezione da numeri impietosi: otto sconfitte nelle ultime dieci partite, Coppa Italia compresa, e appena quattro reti nelle ultime sette giornate di campionato. La zona retrocessione dista quattro punti ed è chiaro che un trend del genere giustifica pensieri cupi, così come inquieta la trasferta di sabato in casa del Genoa: i rossoblù non perdono da quattro gare e ieri hanno vinto a Udine. Vanoli da qualche settimana parla apertamente di salvezza come obiettivo principale e nessuno può pensare il contrario. Ma essere consci della delicatezza del momento non può bastare.
Il Napoli ha conquistato i tre punti - che, a causa del drammatico rinvio di Fiorentina-Inter e in attesa di Roma-Atalanta in programma stasera, valgono un accenno di fuga - con una prestazione giudiziosa, senza frenesie, e con la consapevolezza della propria forza e del fatto che un gol prima o poi sarebbe arrivato. Insomma, la sconfitta con l’Atalanta può essere definitivamente archiviata nella categoria delle giornate storte, come si era già intuito contro l’Inter e la Roma. La rete di McTominay, una conclusione secca da dentro l’area che si è infilata nell’angolino basso alla destra di Milinkovic Savic alla mezz’ora, rappresenta il gioiellino da sfoggiare all’interno di una prova notevolissima sotto ogni punto di vista, ma nessuno si è espresso sotto le aspettative di Conte, che con il Toro ha un bilancio micidiale: nove partite, nove vittorie. Senza quattro splendide parate del portiere serbo sulle conclusioni di Lukaku, due volte Kvaratskhelia e Simeone, il risultato sarebbe stato più pesante, anche se immeritato, per i granata. Il tecnico aveva chiesto maggiore presenza importante nell’area di rigore e la risposta è stata la migliore possibile.
Gli errori del Toro
Tante volte in questa stagione le sconfitte del Toro si sono identificate con gli errori individuali in fase difensiva. Questa volta il problema è opposto. Adams avrebbe potuto dare tutt’altro indirizzo alla sfida, ma sul cross di Sanabria non ha saputo approfittare della posizione sbagliata di Buongiorno e, di testa, ha spedito sul fondo. Ancora più incredibile, per sua stessa ammissione, quello che ha combinato Coco nella ripresa, inciampando nel pallone dopo essersi trovato solo a due passi dalla porta, liberato benissimo da una combinazione tra Sanabria e Adams. Tutti sapevamo che l’infortunio di Zapata avrebbe avuto conseguenze anche pesanti, però la serie negativa e la sofferenza in attacco dimostrano che non solo a gennaio dovrà arrivare una punta, ma anche che dovrà essere una garanzia e non una scommessa: Simeone, si sa, è uno dei nomi preferiti, e ieri nei pochi minuti avuti a disposizione il Cholito ha fatto vedere di cosa è capace. Nell’attesa, negli ultimi quattro turni del 2024 serve una inequivocabile inversione di tendenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA