TORINO - È un sistema complesso, di cause e concause, al punto che può apparire perfino semplicistico ridurre tutto quanto a un’efficacia delle operazioni di mercato proprio perché dentro ci stanno anche gli infortuni, la capacità di ambientarsi e di far ambientare, la sintesi tattica e tecnica, il feeling... Tanta roba, insomma, ma poi è inevitabile cercare una sintesi che permetta di tracciare una prima analisi sull’efficacia del mercato bianconero quando ormai è passato più di un terzo del campionato e ci si avvicina all’apertura delle contrattazioni di gennaio. Ecco: la bilancia sta nel mezzo tra positività e negatività, con quest’ultimo aspetto che si porta appresso un pizzico di valore in più perché tra i nuovi arrivati in ombra ci sono coloro che più hanno pesato sulle casse societarie.
Douglas Luiz e Nico Gonzalez spine Juve
Il caso più emblematico è, ovviamente, Douglas Luiz che è sbarcato a Torino tra grandi attese, corroborate dai 50 milioni (pagabili in quattro esercizi) versati per il suo cartellino. E nelle prime uscite estive, il tocco brasiliano aveva autorizzato a mantenere alto il livello delle aspettative salvo poi dissolversi nel traffico veloce della Serie A e, soprattutto, della Champions League: un paio di rigori sciagurati, la scoperta di non essere “diverso dagli altri” nelle valutazioni del tecnico, un poco di distrazioni assortite e, infine, un infortunio muscolare nel riscaldamento pre partita lo hanno marginalizzato con relativa alimentazioni delle voci di cessioni già a gennaio. Indiscrezioni peraltro smentite in queste ore dal suo entourage. Resta il fatto che il suo minutaggio non è certo degno delle aspettative: 7 presenze in Serie A e 2 in Champions League per un totale di 312’ e solo due volte partendo da titolare.
La sua situazione di desaparecido alla causa si lega a quella dell’altro sudamericano, ma d’Argentina, Nico Gonzalez scomparso dai radar ormai da due mesi esatti: 2 ottobre, la notte gloriosa di Lipsia (che, visto il cammino successivo dei tedeschi in Champions, andrebbe forse rivisitata nella narrazione: ma questo è un altro discorso). Un infortunio muscolare prima e una successiva ricaduta poi hanno confermato una fragilità che già lo aveva zavorrato nella Fiorentina e che mettono in discussione i 33 milioni (complessivi) investiti per il suo trasferimento a Torino. Una assenza doppiamente pesante, la sua, visto che era considerato l’alternativa precipua a Vlahovic in caso di assenza del centravanti serbo: un allineamento planetario di concause che si sta rivelando particolarmente condizionate per le performance bianconere proprio in questo periodo.
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