tuttosport.com

Pugno, la promessa di Diego e la favola Juve: "Ora mi deve la maglia"

Come nelle favole. O forse no. Perché Diego Pugno è nato calcisticamente con numeri da extraterrestre: il Toro lo osserva nella Scuola Calcio del Borgaro, il suo paese d’origine, e ci mette un attimo a tesserarlo. Peccato che nell’estate 2019, l’attaccante lanciato al Via del Mare da Thiago Motta, sceglie di ritornare alle origini. Un dietrofront clamoroso per un ragazzino di 13 anni, che riabbraccia il Borgaro. Mario Gentile, all’epoca suo allenatore, ripercorre quel periodo: «La nostra rosa era già al completo. Ma Tiziano Gobbato, mio dirigente al Borgaro, mi dice che posso contare pure su un ragazzo che ha deciso di andarsene dal Toro: lì non si trovava più bene e dopo qualche anno in granata ha preferito divertirsi coi suoi amici di sempre. Lo vedo all’opera e capisco subito una cosa: coi dilettanti Pugno non c’entra nulla».

Prima del Covid, con la maglia del Borgaro, il centravanti classe 2006 realizza 27 gol in campionato: praticamente ogni partita diventa un palcoscenico per mettere in mostra le sue doti. Poi, però, la pandemia prende il sopravvento. Così Pugno non si muove dal Borgaro e anche per la stagione seguente resta in gialloblù. «Si era fratturato un braccio, ma una volta recuperato è tornato a segnare in maniera impressionante», racconta Gentile, che inizia a capire che qualcosa bolle in pentola verso maggio 2021. Il tecnico svela: «La società mi comunica che ai 2005 serve un attaccante per un torneo a Crescentino: lì lo vede il Milan, che decide di muovere subito i primi passi per arrivare a Pugno».

L'entrata in scena della Juventus

La Juventus, società storicamente amica del Borgaro, viene a saperlo. Così manda Davide Bellotto - ai tempi uomo di punta dello scouting bianconero - a vedere tutti gli allenamenti di Pugno. Naturalmente non passa inosservato: Bellotto capisce il valore del ragazzo già dopo pochi giorni. Ma la palla è nelle mani di Diego: Milan o Juventus? Decisivo fu il consiglio di mister Gentile: «Mi chiesero di convincerlo ad andare alla Juventus, ma pure io ero d’accordo: gli dissi che la vita in un’altra città a 15 anni non sarebbe stata semplice. Lui è sempre stato molto attaccato agli amici e ai compagni di sempre, per cui dopo un po’ di giorni si convinse ad accettare la Juventus» . Gentile, però, gli strappa una promessa: «Gli dissi che avrebbe dovuto regalarmi la maglia del suo esordio nei professionisti, perché in cuor mio già sapevo che ce l’avrebbe fatta. Era di un’altra categoria, vedeva la porta da qualsiasi posizione. E poi è sempre stato semplice, umile ed educato, con una grande famiglia alle spalle. Non poteva correre il rischio di montarsi la testa».

Pugno è rimasto molto affezionato a Gentile e più in generale al Borgaro: venerdì è andato al campo per osservare da vicino l’allenamento della prima squadra, che milita in Serie D. Anche il papà, domenica, è passato dal centro sportivo di via Santa Cristina. Gentile l’ha abbracciato: «Sognavamo tutti l’esordio: quella di Lecce è stata un’emozione grande per Diego, per la famiglia, per il Borgaro, ma soprattutto per me che non stavo più nella pelle». Il prossimo Pugno in rampa di lancio? Il portiere Fabio, che milita nell’Under 14 della Juventus. Ma ci sarà tempo. Ora la gioia è tutta di Diego, sebbene il meglio debba ancora venire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Read full news in source page