Gleison Bremer, attualmente ai box per il grave infortunio al ginocchio patito in Lipsia-Juve, è stato protagonista dell'iniziativa che coinvolge periodicamente gli Young Member del club bianconero. Il difensore brasiliano ha risposto ad alcune domande poste dai giovanissimi tifosi della Vecchia Signora, tra lavoro sul campo e vita privata.
Bremer: "L'infortunio? Parlerò con Chiellini. Saremmo stati una bella coppia"
Gleison Bremer sta lavorando per tornare a disposizione di Thiago Motta nel più breve tempo possibile, ma il percorso per smaltire l'infortunio al legamento crociato del ginocchio è ancora lungo. In società, in tal senso, c'è qualcuno che può dargli preziosi consigli: "In passato ho parlato tanto con Chiellini, - ha rivelato il brasiliano - saremmo stati una bella coppia. Più avanti gli chiederò anche dell'infortunio, lo ha avuto anche lui e vorrei capire cosa ha fatto lui per tornare al suo livello. La maglia della Juve? Ora sono fuori da quasi due mesi e la notte ogni tanto me la sogno. È una sensazione bellissima. È una maglia storica che ha vinto tutto. È la squadra più forte d'Italia, quindi è un'emozione unica".
Bremer: "Ho un coach che mi aiuta a livello mentale"
L'aspetto mentale, nel mondo del calcio, sta diventando sempre più importante, complici gli impegni ravvicinati e i possibili imprevisti: "Ho un coach che mi aiuta a livello mentale - ha ammesso Bremer -. Il primo anno che sono arrivato dal Toro alla Juve era diverso, è uno dei club più importanti al mondo e in Italia è il primo. Quindi quando arrivi qui hai tutti gli occhi addosso, ed è normale che sia così, quando fai una prestazione non al top ti criticano tutti pero se lavori bene mentalmente e fisicamente non c'è problema, viene da solo. Quindi devi essere concentrato tanto sul livello mentale e quello ti aiuta". Quando si gioca con la maglia della Juve, inevitabile subire delle pressioni, ma sempre salvaguardando concentrazione e consapevolezza: "Non ho paura, però sono concentrato e faccio un lavoro anche mentale per stare tranquillo in campo. La paura, secondo me, è normale, ma ogni giorno in allenamento lavori tecnicamente e quella sparisce piano piano e dopo 3/4 minuti che inizia partita sei tranquillo e vai più fluido".
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