Il giornalista a Radio Cusano Campus: «Bastava investire bene i soldi sul mercato con acquisti e cessioni ad altezza Juve. Se Marotta era Marchionne, Giuntoli è Tavares»
Giuntoli ha portato la Juventus dal “vincere è l’unica cosa che conta” a “obiettivo quarto posto” (Sabatini)
Cm Torino 25/05/2024 - campionato di calcio serie A / Juventus-Monza / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Cristiano Giuntoli
Giuntoli ha abbassato l’asticella Juve al quarto posto, mai il Dna Juve così in basso (Sabatini)
È quel che dice il giornalista Sandro Sabatini nel suo intervento a Radio Cusano Campus.
Quel che non sembra normale, invece, è ascoltare Giuntoli che punta al quarto posto. La Juventus, avete capito bene, punta al quarto posto? Cioè: una posizione meno dell’anno scorso ma dopo aver speso e un po’ sperperato un centinaio di milioni sul mercato, aver cambiato allenatore e fatto cassa con i giovani di prospettiva escluso Yildiz? Un’opinabile narrazione propone poi il confronto tra il primo anno di Thiago Motta e il sesto anno di Allegri o il primo anno del cosiddetto Allegri bis. Ognuno è ovviamente libero di pensarla come vuole, del resto il mondo gira come il pallone anche con le cialtronate delle sette tipo “no vax” e in questo caso “no Max” tanto poi c’è la storia che fa giustizia e della storia bisogna avere rispetto altrimenti si raccontano bugie.
Giuntoli, ovvero bastava investire bene i soldi sul mercato
La verità è che Thiago Motta è un ottimo allenatore ma forse, forse, non ancora all’altezza di chi lo ha preceduto. E la squadra, anche al netto degli infortunati, non è ancora all’altezza del suo passato sia recente che lontano, per gioco e giocatori, rendimento e risultati in campo e in società e questo vale per i punti sportivi e anche i conti economici. La Juve non doveva ricostruire dalle macerie, come vi stanno raccontando, ma semplicemente poteva migliorare terzo posto e Coppa Italia. Bastava investire bene i soldi sul mercato con acquisti e cessioni ad altezza Juve anziché con regolamenti di conti e tutto sarebbe stato più aderente alla storia e al Dna della Juve che è stato sicuramente esasperato.
Ricordate quando dicevano (Boniperti, ndr) “vincere è l’unica cosa che conta”? Mai però Dna abbassato a traguardo quarto posto. D’altronde, e qui finisce il mio intervento con un paragone di attualità, la storia di casa Juve intesa anche come extra calcio è stata scritta mettendo a confronto grandi campioni e grandi manager. Il confronto che suggerisce un’apparente provocazione: se Marotta era un po’ Marchionne, Giuntoli oggi è Tavares.
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