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Juve, Silva più Conceicao con i premi Champions

Giuntoli si sta inserendo nelle strettoie del cosiddetto “mercato creativo”, senza grandi risorse a disposizione avendo già investito più di 160 milioni (in comode rate) durante l’estate. Sta cercando, in realtà, di sfruttare un’alleanza consolidata: quella con Jorge Mendes, il potente procuratore portoghese che da una parte sta avvicinando la Juventus ad Antonio Silva del Benfica e dall’altra sta tessendo con il Porto la tela per il riscatto di Conceiçao. La Signora avrebbe virato con decisione sul centrale delle aquile di Lisbona anche grazie ai buoni rapporti tra la Continassa e l’agenzia che, ad agosto, ha favorito già il passaggio del connazionale Francisco in bianconero e che, prima ancora, aveva proposto ai bianconeri l’affare Cancelo, poi divenuto impraticabile a causa dello stipendio troppo elevato del terzino.

Antonio Silva, il profilo perfetto

Proprio Francisco potrebbe essere la chiave di volta per sbloccare l’operazione Silva. La Juventus ha preso il calciatore in prestito per 7 milioni - cifra che include anche lo stipendio - e al Porto ha promesso di impegnarsi per pagare a giugno la clausola da 30. Due trattative potrebbero sovrapporsi magari con un piccolo sconto sul riscatto dell’ala, proprio perché condotte dallo stesso regista. Dal canto suo, Antonio Silva ha il pedigree giusto per la Juve: 187 centimetri, un piede destro educatissimo, 21 anni (si proseguirebbe sulla scia del progetto-giovani caro alla dirigenza), ma già 40 partite nelle competizioni internazionali tra club e nazionale. La brutta prestazione contro la Georgia durante l’ultimo Europeo ha un po’ macchiato la sua immagine, ma è da inizio ottobre, cioè da quando si sono accesi i riflettori del mercato, che il difensore ha cominciato a giocare con il contagocce, superato nelle gerarchie di Bruno Lage da Araújo. Uno dei titolari inamovibili della squadra ha vissuto le ultime cinque in panchina. Per Giuntoli è «un giocatore interessante» e questo apprezzamento ha il valore di un indizio concreto. Antonio Silva non coprirebbe soltanto il “buco” lasciato dall’infortunato Bremer, ma diventerebbe l’erede di Danilo che a giugno è destinato a partire nonostante l’opzione di rinnovo automatico al 2026**; possibilità contrattuale che scatta solamente con il benestare di entrambe le parti.**

I soldi devono arrivare dalla Champions

Lo scoglio più alto da superare è economico. Il Benfica, che nel 2022 si era tutelata mettendo sul cartellino del centrale una clausola da 100 milioni, a gennaio ne chiede almeno 25, oppure un prestito oneroso da 5-6 e un riscatto più alto che farebbe lievitare l’investimento complessivo a 30. Il pacchetto “Silva più Conceiçao” avrebbe costi variabili che oscillano tra i 50 e i 60 milioni, Mendes potrebbe favorire un piccolo sconto sul cartellino del figlio d’arte. In qualsiasi caso, viene in soccorso della Juve il cammino europeo. La società ha infatti già incassato 18,6 milioni per la sola partecipazione alla SuperChampions, più altri 6 per le due vittorie e per i due pareggi. Arrivando tra le prime otto ci sarebbero altri 2 milioni, in caso di arrivo in zona playoff (dalla 9ª alla 24ª) invece uno. Inoltre, l’Uefa metterà in palio 666 quote da 275 mila euro l’una, da assegnare a tutte le squadre in base alla posizione che occuperanno al termine delle otto partite: la prima ne percepirà 36 (9,9 milioni di euro) e l’ultima una (275 mila). Arrivando almeno ottava, la Juve incasserebbe 35 milioni più un ulteriore premio di 11 per l’accesso agli ottavi e, in aggiunta, il cosiddetto “bonus value” che unisce ranking storico e market pool. Un piatto da 50-55 milioni, ossigeno per il mercato.

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