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Juve, la difesa non basta: cosa deve fare Motta per tornare a vincere

TORINO - Un muro da record. La Juve viaggia a corrente alternata, colleziona più pareggi (8) che vittorie (6) ma la difesa continua a mantenere un rendimento di primissimo livello. In campionato, la Signora ha mantenuto la porta inviolata in 10 delle 14 giornate giocate finora e ora punta a stabilire un nuovo primato: mai nella sua storia il club bianconero ha collezionato 11 clean sheet nelle prime 15 partite stagionali in Serie A. L’occasione per farlo è dietro l’angolo: sabato contro il Bologna, oltre al ritorno alla vittoria, la squadra di Thiago Motta avrà una motivazione in più a spingerla. Sarebbe il secondo risultato in assoluto, dopo il primato di 12 in 15 turni ottenuto dal Milan nel 1971/72, e consentirebbe ai bianconeri di fare un altro passo verso il record assoluto di clean sheet in una singola stagione: 22. Ci sono riusciti una volta il Milan (nel 1993/94 in 34 partite) e tre volte proprio la Juve nel ciclo d’oro dei nove scudetti consecutivi: nel 2013/14 con Antonio Conte allenatore e nel 2015/16 e 2017/18 con Massimiliano Allegri in panchina. Il ricordo è beneaugurante perché quelle quattro squadre hanno poi vinto il campionato.

Juve, una squadra dai due volti

Le statistiche sull’imbattibilità della difesa bianconera sono sicuramente positive ma hanno un risvolto agrodolce. La bontà dei numeri è l’effetto del grande lavoro sulla fase difensiva che Thiago ha impostato fin da quando ha iniziato a plasmare la sua creatura: la prima certezza che il tecnico ha scelto di costruire dal ritiro estivo è stata la solidità, organizzando una fase difensiva armonica, capace di coinvolgere tutto il gruppo. I primi difensori sono gli attaccanti, l’obiettivo è il recupero alto e rapido del pallone per riproporre subito il tema offensivo e, quando non si riesce nell’intento di tornare in possesso della palla: la raccomandazione è di ricompattarsi per concedere meno opportunità possibili all’avversario. L’idea è germogliata nel gruppo: l’unica nota stonata è rappresentata dalle recenti parole di Vlahovic dalla Nazionale («Con la Serbia ho un altro attaccante accanto e meno compiti difensivi così sono più lucido sotto porta») che non sono state certo musica per Motta subito pronto a rispondere per le rime («La fase difensiva è un obbligo non un’opzione»). Il risvolto negativo è che non sempre l’imperforabilità della difesa si è tradotta in una vittoria: è accaduto 6 volte su dieci (Como, Verona, Genoa, Lazio, Udinese e Torino) mentre in quattro occasioni i bianconeri non sono andati oltre lo 0-0 (Roma, Empoli, Napoli e Milan). A conferma delle difficoltà a costruire occasioni e segnare. La retroguardia bianconera, in ogni caso, rimane la migliore del campionato con 8 gol incassati in 14 turni, uno un meno del Napoli (9) e due della Fiorentina (10) ed è significativo che la metà delle reti al passivo sia arrivata in una sola volta, nel pirotecnico 4-4 contro l’Inter. Vuol dire che solidità e affidabilità sono ormai acquisite nonostante il reparto abbia perso in poche settimane, e per tutto il resto della stagione, il suo leader Bremer e il jolly Cabal, entrambi fermati dalla rottura del crociato. E ora, in attesa di rinforzi a gennaio, caccia al record.

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