"Il pullman di Thiago", ha efficacemente titolato stamane il Corriere dello Sport in prima pagina, riassumendo lo stato dell'arte, prima che Motta ritrovi il suo Bologna, ma da avversario. Gli 8 pareggi nelle prime 14 giornate di campionato diventerebbero nove in caso di spartizione della posta con i rossoblù. Inoltre, se la porta bianconera rimanesse inviolata, la difesa siglerebbe l'undicesima partita senza avere subito gol durante i primi quindici turni della Serie A, stabilendo un record nell'intera storia ultracentenaria del club, il secondo risultato in assoluto essendo detenuto dal Milan edizione 1971/72 il primato in materia (12 incontri senza reti al passivo). Bene. benissimo. O quasi. Perché l'imperforabilità del muro ha portato la vittoria alla Juve sei volte su dieci (Como, Verona, Genoa, Lazio, Udinese, Torino); nelle altre quattro, ha partorito uno 0-0 (Roma, Empoli, Napoli, Milan).
Thiago ha costruito la miglior retroguardia del torneo, ma è a metà dell'opera. Il suo problema si chiama attacco: 22 reti in 14 partite. E vero che il Napoli capolista ha segnato una rete in meno (21), in compenso ha vinto 4 partite in più (10 rispetto alle 6 bianconere) e, quanto a reti incassate, ne ha contate soltanto una in più rispetto alla Juve. Pero, l'Atalanta che tampina il Napoli ha realizzato 36 gol in 14 incontri; l'Inter e la Fiorentina, pur con una partita in meno, rispettivamente 31 e 27; la Lazio, quinta, è già 29. E poi c'è l'inevitabile raffronto con la Juve di Allegri che tiene banco fra i tifosi: rispetto a un anno fa, la Juve di Motta sconta 7 punti in meno (26 rispetto a 33); oggi è settima a 6 punti dalla prima in classifica, Max era secondo a 2 lunghezze dal vertice, all'epoca occupato dall'Inter. Si capisce perché la cartina tornasole per capire se la Juve possa guarire dalla pareggite sia proprio il Bologna che fu di Thiago. Beffardo, il calcio.
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