Fabio Galante, ex difensore fra le altre del Torino, ha parlato alla Gazzetta dello Sport del momento dei granata rispondendo anche ad una domanda sul mercato di gennaio e sulle voci circa una possibile cessione societaria:
Si inizia con la domanda sul mercato di gennaio:
"Beh, quando dal campionato non arrivano soddisfazioni in linea con le aspettative è normale lo scontento della gente: capita dappertutto. Al Toro parte della tifoseria vorrebbe una svolta societaria, ma io un presidente come Cairo me lo terrei ben stretto. Perché interpreta il suo ruolo per passione non per calcoli finanziari. Mi ricordo perfettamente in quali circostanze negative nel 2005 rilevò la società: un club allo sbando. Come tutti i tifosi anche Cairo ha l’ambizione di arrivare il più in alto possibile. E non mi pare che durante la sua presidenza siano mancate le soddisfazioni. Due settimi posti validi per l’Europa, una presenza costante nella parte sinistra della classifica, i successi del settore giovanile che adesso avrà il suo centro sportivo, e un impegno costante teso a migliorarsi di stagione in stagione. Avere riportato in vita il Filadelfia è stata una missione che il presidente si era dato e che ha realizzato. È lo stadio degli Invincibili, ha un valore affettivo enorme. Ricordo che quando fui preso dal Toro ci si allenava ad Orbassano. Niente da obiettare, però io sognavo il tempio dei Campionissimi. Un desiderio trasmessomi da papà che quando da ragazzino giocavo centravanti mi aveva regalato la maglia granata scudettata di Ciccio Graziani, il mio idolo".
Il presidente ha dichiarato che non ci sono trattative aperte per la cessione del club ma che non pensa di restare all’infinito e quindi se arrivasse
qualcuno più ricco di lui, interessato al Toro, ascolterebbe la proposta. Lei che ne pensa?
"Io considero Cairo allo stesso livello di Moratti e di Spinelli, due grandi dirigenti che ho conosciuto bene: sono tutti e tre dei presidenti-tifosi. Imprenditori anzitutto appassionati della squadra, che rischiano in proprio, che cercano strenuamente il meglio, che vivono le stesse emozioni di chi soffre e gioisce in curva, vanno a vedere gli allenamenti, conoscono i loro giocatori pure nel privato. Il popolo granata vuole sostenere con calore chi dà l’anima e si spende al massimo. Cairo queste prerogative le ha dimostrate e quando dice che l’ambiente deve essere compatto perché le contestazioni danneggiano inevitabilmente la squadra, dice una cosa assolutamente vera".