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Calcio in crisi: si studiano nuove regole, a partire dai retropassaggi

Chissà se nella sede dell’**Ifab**, in pieno centro a **Zurigo**, c’è già un televisore sintonizzato su Juventus-Bologna. Ai signori che cambiano le regole del calcio interessano davvero poco le questioni sentimentali di Thiago e della sua ex, la crisi del gol dei bianconeri o le ambizioni di alta classifica dei rossoblù, eppure questa sfida mette a confronto due tra le formazioni che secondo gli **analisti** propongono un calcio “lento e intricato”, fatto cioè di una ragnatela di passaggi orizzontali finalizzati al controllo del gioco. La [Juve](/squadra/calcio/juve/t128) è la squadra che in Serie A tiene più spesso la sfera tra i piedi (61,3% di possesso medio a gara) ed è prima anche per numero complessivo di passaggi (8.034), mentre il Bologna è terzo (57,7%) nella prima graduatoria e ottavo (ma virtualmente quinto visto che ha una partita in meno) nella seconda. Cosa c’entra tutto questo con l’International Football Association Board? **Da mesi in Svizzera stanno cercando delle soluzioni per rendere il calcio più attraente e veloce**, limitando i tempi morti. Non è soltanto una questione estetica, in ballo ci sono miliardi di dollari.

Secondo diverse ricerche, una commissionata addirittura dall’Eca, l’associazione dei club europei, **il 40% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni non prova alcun interesse per il calcio** e un adolescente su tre ha smesso di seguirlo perché dice di avere di meglio da fare. Questi i dati. Queste, invece, le strade percorribili: la demonizzazione dei videogiochi e dei social, o la **ricerca di una soluzione** per andare a **conquistare quelle fette di mercato che garantiscono il futuro** e quindi la sopravvivenza del calcio. Nel 2019 lo spiegò meglio di tanti altri l’ex Ceo del Liverpool, Peter Moore: _«L’avversario più pericoloso per noi non è il [Manchester City](/squadra/calcio/manchester-city/t43) di Guardiola, ma il videogioco Fortnite. Entrambi competiamo per il tempo dei giovani, per la loro attenzione. I riti di passaggio di molte generazioni erano legati al giorno in cui tuo padre ti portava alla partita. Andavi al campo, tuo padre ti faceva conoscere la squadra. Non succede più. L’offerta è semplicemente più ampia»_.

Ifab studia le novità

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Non può essere dunque casuale che all’Ifab stiano valutando il **tempo effettivo di gioco**, il divieto di passare al portiere il pallone più di una volta se l’avversario non ha interrotto l’azione, la **rimessa laterale da effettuare con i piedi** dalla metà campo offensiva e il tiro libero senza barriera in caso di fallo grave. Sembra una rivoluzione del gioco, ma si diceva lo stesso quando le sostituzioni passarono a tre (e poi a cinque) o quando si impedì al portiere di prendere il pallone con le mani su retropassaggio. **La spettacolarità è parente stretta dell’interesse**, la staticità della disaffezione. Anche quelli che si definiscono “interessati” vanno conquistati giorno dopo giorno. **I fedelissimi ormai sono solo il 49%** (seguono il calcio per questioni di tifo) e sono già stati superati (51%) da coloro i quali guardano le partite solo per socializzare con i coetanei. **La sociologia del tifo è in continuo mutamento**: oggi il 10% dei fan si appassiona ai giocatori più che ai club, come avvenuto con Ronaldo e Messi, fenomeni anche mediatici, e **il 32% della platea segue solo i big match**, quindi Real-Barça, City-Arsenal, ma anche le grandi sfide internazionali della Champions. Da qui l’idea della Superlega che l’Uefa, pur senza ammetterlo, ha preso in prestito facendo scontrare le grandi già dalla prima fase.

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