ilnapolista.it

Italo Cucci: «Ho detto che Thiago Motta alla Juventus non farà molta strada, lo dissi anche di Maifredi»

Sul Corsport Cucci ricorda (e ribadisce) le sue parole: «A Torino non basterà la sostanza – che non gli manca – dovrà curare la forma per quei cinici cortesi»

Italo Cucci: «Ho detto che Thiago Motta alla Juventus non farà molta strada, lo dissi anche di Maifredi»

Reggio Emilia 08/05/2023 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Bologna / foto Image Sport nella foto: Thiago Motta

Italo Cucci: «Ho detto che Thiago Motta alla Juventus non farà molta strada, lo dissi anche di Maifredi»

Oggi c’è Juventus-Bologna e Italo Cucci scrive un articolo sul Corriere dello Sport. In cui ricorda la sua profezia a inizio anno su Thiago Motta alla Juventus (la stessa che fece quasi 35 anni fa per Maifredi) e non nasconde «il risentimento da tifoso da lui abbandonato con poca educazione».

Purtroppo possiamo concederci solo qualche estratto. Il pezzo, come al solito, è una chicca.

Un Juventus-Bologna del 17 marzo 1991 che seguii con trasporto sentimentale – e un po’ di rabbia – perché sulla panca bianconera c’era Maifredi. Nonostante la forte differenza tecnica – a favore della Juve – il Bologna di Gigi Radice pareggiò: gol del rossoblù Waas (chi lo ricorda?) pareggio di Robi Baggio. Su rigore. Cominciò a prender corpo quella che gli juventini avevano battezzato “stupida profezia “. La mia: “Maifredi non andrà lontano”. E così fu.

Ma dicevo di Motta. Un simpatico Max – con blog tv “Good Morning Juventus” e una gatta nera (io ne ho due, gemelle) – mi becca in castagna con un dialogo guerinesco precampionato fra Zazzaroni e me. Domanda: “La Juve di Motta è la grande curiosità della stagione: come pensi che andrà a finire?”. Risposta: “Non la meno lunga, così si capisce subito se ho detto una fregnaccia: assistito da ragionieri, commercialisti e dal solo Giuntoli che non è l’Italo Allodi che allevò il bravo ma sfortunato Armando Picchi, Motta non farà molta strada. E i criticonzi diranno “Io l’avevo detto” pur avendolo accolto con la fanfara dei bersaglieri”.

Apriti cielo. Il Max prima racconta la mia vita – anche attribuendomi virtù professionali, grazie – poi mi tratta da profeta (di sventure) e infine avanza un sospetto: c’è l’ho con Motta perché ha tradito il “mio” Bologna. Ma no!! Bastava una googolata e avrebbe letto: “Cosa mi ispira Thiago Motta? Un risentimento da tifoso da lui abbandonato con poca educazione. A Torino non basterà la sostanza – che non gli manca – dovrà curare la forma per quei cinici cortesi”.

Napolista ilnapolista © riproduzione riservata

Read full news in source page