Ndoye subisce fallo vicino la sua panchina, l’arbitro fischia e Motta non la prende bene. Calcia un pallone in campo e urla all’indirizzo dell’arbitro Marchetti
Thiago Motta espulso per proteste contro il suo Bologna
Thiago Motta espulso per proteste contro il suo Bologna. Ndoye subisce fallo vicino la sua panchina, l’arbitro fischia e Motta non la prende bene. Calcia un pallone in campo e urla all’indirizzo dell’arbitro Marchetti.
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Thiago Motta in conferenza stampa per il match di Serie A tra Juventus e la sua ex squadra, il Bologna.
«Il Bologna sta bene ed è una grande squadra. Dobbiamo concentrarci su cosa dobbiamo fare e tante altre cose da evitare, loro giocano molto in verticale e pressano tanto».
È infastidito per non essere citato nella lotta scudetto?
«Noi siamo concentrati sempre sulla nostra partita, prepararsi al meglio, dobbiamo essere esigenti con noi stessi per migliorare e andare in campo e fare la migliore prestazione possibile. Di tutto il resto non ho il controllo e non vogliamo controllarlo, accettiamo e rispettiamo tutte le opinioni pubbliche o professionistiche, spesso voi date il vostro giudizio, giusto o no, ognuno ha la libertà di opinione».
Giuntoli ha portato la Juventus dal “vincere è l’unica cosa che conta” a “obiettivo quarto posto” (Sabatini)
È quel che dice il giornalista Sandro Sabatini nel suo intervento a Radio Cusano Campus.
Quel che non sembra normale, invece, è ascoltare Giuntoli che punta al quarto posto. La Juventus, avete capito bene, punta al quarto posto? Cioè: una posizione meno dell’anno scorso ma dopo aver speso e un po’ sperperato un centinaio di milioni sul mercato, aver cambiato allenatore e fatto cassa con i giovani di prospettiva escluso Yildiz? Un’opinabile narrazione propone poi il confronto tra il primo anno di Thiago Motta e il sesto anno di Allegri o il primo anno del cosiddetto Allegri bis. Ognuno è ovviamente libero di pensarla come vuole, del resto il mondo gira come il pallone anche con le cialtronate delle sette tipo “no vax” e in questo caso “no Max” tanto poi c’è la storia che fa giustizia e della storia bisogna avere rispetto altrimenti si raccontano bugie.
La verità è che Thiago Motta è un ottimo allenatore ma forse, forse, non ancora all’altezza di chi lo ha preceduto. E la squadra, anche al netto degli infortunati, non è ancora all’altezza del suo passato sia recente che lontano, per gioco e giocatori, rendimento e risultati in campo e in società e questo vale per i punti sportivi e anche i conti economici. La Juve non doveva ricostruire dalle macerie, come vi stanno raccontando, ma semplicemente poteva migliorare terzo posto e Coppa Italia. Bastava investire bene i soldi sul mercato con acquisti e cessioni ad altezza Juve anziché con regolamenti di conti e tutto sarebbe stato più aderente alla storia e al Dna della Juve che è stato sicuramente esasperato.
Ricordate quando dicevano (Boniperti, ndr) “vincere è l’unica cosa che conta”? Mai però Dna abbassato a traguardo quarto posto. D’altronde, e qui finisce il mio intervento con un paragone di attualità, la storia di casa Juve intesa anche come extra calcio è stata scritta mettendo a confronto grandi campioni e grandi manager. Il confronto che suggerisce un’apparente provocazione: se Marotta era un po’ Marchionne, Giuntoli oggi è Tavares.
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