Il vecchio e il bambino. Ammesso che Claudio Ranieri possa essere considerato vecchio (visto come ha incitato la squadra per una rimessa laterale al 76' avanziamo dei dubbi) e Niccolò Pisilli, vent'anni compiuti a settembre, possa essere considerato un bambino. Non lo è in campo, vista la maturità con cui si è preso la Roma:Mourinho lo ha lanciato, De Rossi trattenuto nonostante qualcuno volesse spedirlo in Austria, Juric confermato e Ranieri idem. Contro l'Atalanta non c'era per squalifica e Sir Claudio aveva spiegato quanto gli era mancato un centrocampista così, "box to box". Contro il Lecce è partito dalla panchina, ma quando è entrato sembrava indemoniato: corse, recuperi, ripartenze e poi il gol del 3-1 sotto la Sud. Con tanto di esultanza insieme ai tifosi perché così fa un ragazzo che la Roma ce l'ha nel sangue. Non è stata quella la cosa più bella della sua partita e neppure il gol. La cosa più bella Pisilli l'aveva fatta vedere poco prima, con un corsa da 60 metri a recuperare un pallone al limite dell'area che ha strappato applausi a tutto lo stadio, Ranieri compreso. Non solo: Giampaolo si è girato verso la sua panchina e ha fatto una faccia come a dire: "Che bravo". Vero. Pisilli è bravo in campo e bravissimo fuori, evitando tutti quegli atteggiamenti che magari a 20 anni, alla prima vera stagione da protagonista, sarebbero anche comprensibili. Non per lui: Niccolò, che piace tanto anche a Spalletti, tanto da essere ad ora l'unico romanista convocato in Nazionale, lavora e riga dritto e si prende la Roma e l'Olimpico con fatti come quello di questa sera. Non l'esultanza, non il gol, ma la rincorsa.
Ranieri, la reazione all'ovazione dell'Olimpico
E Ranieri? Anche lui si prende - si è sempre preso - la Roma nello stesso modo. Lo stadio (58mila i paganti, qualche presenza reale in meno) è tutto per lui: dal prepartita al fischio finale, con striscioni, cori e applausi. La Sud gli scrive che sarà fino alla morte con lui perché "c'è ancora chi sui contratti non conta gli zeri" e poi gli dedica cori e applausi. Ranieri se ne accorge, saluta a sua volta, applaude e ringrazia. Poi se la prende affettuosamente con El Shaarawy (tra i migliori della Roma) perché non stava rincorrendo un avversario. I gesti, quelli giusti. Finalmente.
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