La copertina di questo lungo fine settimana di campionato ci porta a Firenze, allo stadio Franchi. Il gol di Cataldi e la dedica all’amico Bove regalano un’emozione unica. Brividi veri. Un’immagine che vorresti riproporre all’infinito. Non siamo ancora tutti prigionieri del calcio-business. C’è ancora spazio per i sentimenti. Cataldi con il suo primo intervento quando Edo si è accasciato al suolo forse ha evitato al compagno di squadra problemi ancora più gravi. I due sono legati da un’amicizia profonda. Due romani che hanno sposato in estate la sfida viola dopo essere stati bocciati da Lazio e Roma. Ora il percorso dei due calciatori si è diviso. Cataldi ha segnato la rete decisiva contro il Cagliari e Bove presto tornerà a casa per stabilire come gestire il suo problema di salute. Intanto la Fiorentina è in zona scudetto. E la squadra di Palladino non ha nessuna intenzione di abbassare le sue ambizioni. Esattamente come la Lazio che dopo aver eliminato il Napoli dalla Coppa Italia fa il bis in campionato, stavolta al Maradona. Ne sono sempre più convinto: questa può essere la stagione di un Leicester italiano. Atalanta, Fiorentina e Lazio hanno il dovere di provarci.
Non ha mai perso in campionato. Ma è a sette punti falla capolista Atalanta. I numeri non tornano in casa Juve. Dopo essere stato accolto come un Messia, anzi come il liberatore da Allegri e dal suo corto muso Thiago Motta ha già esaurito il suo bonus. I tanti infortunati sono un alibi vero. Ma l’abilità di un allenatore top è quella di riuscire comunque a dare identità alle sue squadre. Ricorrendo anche a idee nuove. Ma per il momento Thiago non va oltre il normale.
E nel mondo Juve, dove la parola pazienza non esiste, c’è già chi rimpiange Allegri. Che non faceva divertire ma faceva più punti. A inizio stagione era logico pensare che Vlahovic e compagni potessero lottare per lo scudetto. Oggi l’asticella si è già abbassata. L’obiettivo è conquistare la zona Champions. Poco per quelle che sono le abitudini di casa bianconera. Vedremo se il mercato invernale rimedierà agli errori del mercato estivo. Vedremo se Vlahovic compirà il sospirato salto di qualità (anche per lui i bonus sono finiti). Vedremo se Thiago Motta, un allenatore che ho sempre apprezzato, troverà l’idea giusta.
Problemi in casa Juve, problemi in casa Milan. Il duro attacco di Fonseca al direttore di gara della sfida contro l’Atalanta rischia di essere un autogol. Intanto sorprende che un grande club come quello rossonero affidi una simile protesta al suo allenatore. Dove è la società? Dove è Ibra? Fonseca dovrebbe preoccuparsi di una classifica che piange. Che vede lontana anche la zona Champions. Che vede un Milan alternare nel corso della stessa gara buone cose a sorprendenti passaggi a vuoto. Vedremo se la dirigenza deciderà di tornare sul mercato nella finestra invernale. Ma Fonseca era e resta un grande punto interrogativo.
Solo sorrisi invece in casa Inter e a Bergamo. Gasp è un fenomeno. Mi sento di paragonarlo a Sacchi perché come Arrigo ha inventato un nuovo calcio. In Italia ormai ci sono tanti allenatori giovani e meno giovani che cercano di copiare le idee del Gasp. Che oltre a costruire squadre vincenti ha la straordinaria abilità nel far crescere o rilanciare giocatori. Molti talenti ormai scelgono la Dea proprio perché c’è lui in panchina. E questo per qualsiasi allenatore è una fantastica vittoria.