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Napoli, la scarsa incisività diventa un pericolo

NAPOLI - La seconda sconfitta con la Lazio in quattro giorni - la prima in Coppa Italia con la formazione degli alter ego in Coppa Italia - è costata la vetta della classifica dopo nove giornate di comando in solitudine e ha confermato ancora una volta i problemi offensivi del Napoli a fronte di un’ottima solidità difensiva nonostante tre sconfitte (miglior difesa con Juve e Fiorentina). Le criticità sono varie, coinvolgono i singoli e la squadra, e sintetizzando i termini principali basterebbe citare due concetti che Antonio Conte ha ripetuto a più riprese: «Dobbiamo migliorare sottoporta e nella rifinitura: arriviamo tante volte ma poi manca spesso l’ultimo passaggio o il cross. Bisogna essere più qualitativi nelle scelte». Domenica la squadra ha concluso senza gol e con un solo tiro nello specchio della porta al 3’, di McTominay. Lukaku, il centravanti, non ha mai tirato nei 92 minuti in cui è rimasto in campo e in totale ha toccato 15 palloni: quasi tutte sponde, per altro di buona qualità, e per il resto è stato isolamento spalle alla porta e poco movimento. L’impatto di Romelu deve migliorare, su questo non c’è dubbio, ma sin dalla trasferta a Torino è parso chiaro che non si tratta più di una questione fisica e che la condizione atletica è migliorata; e se è vero che delle sue famose progressioni in campo aperto c’è stata appena una mezza traccia con il Lecce, lo è altrettanto che va sostenuto, accompagnato e servito meglio soprattutto con i cross. Nell’Inter di Conte giocava al fianco di Lautaro e in area piovevano un bel po’ di palloni pennellati, mentre ora è l’unico riferimento e dei 29 cross provati dagli azzurri con la Lazio se ne ricordano più che altro tanti sballati.

Napoli, i numeri evidenziano la crisi offensiva

Un dato, quest’ultimo, che fa il paio con quello emerso confrontando le prime sette squadre della classifica: ai giocatori del Napoli sono riusciti 61 cross in 15 giornate come la Juve e meno di Atalanta (81), Inter (93, una gara in meno), Lazio (81) e Milan (65). Solo la Fiorentina ha fatto peggio con 60, però con una partita in meno. Ma il Napoli è anche la squadra che ha segnato meno di tutte le prime sette in classifica: 21 gol con 2 rigori, contro i 38 della Dea, i 34 dell’Inter, i 30 della Lazio, i 28 della Viola, i 24 di Juve e Milan. E poi quella con la peggior percentuale realizzativa: 10,4% (Atalanta 16,03%, Inter 15,38%). Male anche in fatto di precisione: 57 tiri nello specchio su 202 (91 Dea, 80 Inter e Lazio, 76 Viola, 75 Milan, 60 Juve). Per finire, la squadra di Conte è quinta in Serie A per assist: 17.

Napoli, un attacco ordinario

Altro dato simbolo dello stato delle cose. Il Napoli, secondo gli xG, avrebbe dovuto segnare 20,99 gol e in effetti è andata così: sono 21. L’ordinario e mai uno straordinario. Con il Toro, nonostante una notevole mole di gioco e occasioni, ha firmato appena una rete: in quel caso, però, a mascherare qualche errore di mira di troppo ci ha pensato un superlativo Milinkovic, portiere paratutto. Per amore di cronaca, nel primo tempo Coco inciampò davanti a Meret con la porta spalancata: e così è finita 1-0 come con Empoli, Lecce e Roma. Il Napoli non segna più di un gol dal 29 ottobre, quando vinse 2-0 con il Milan, e il trend è pericolosissimo: se non chiude le partite non può permettersi distrazioni e rischia di pagare anche l’unica ingenuità come è accaduto con la Lazio.

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