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Cannavaro: «Thiago Motta? A volte la Juve gioca peggio dell’anno scorso, quando si diceva peste e corna di Allegri»

A Tuttosport: «È bravo, ci vuole pazienza, è un percorso. Si gioca troppo? Se si vuole guadagnare tanto, si deve giocare tanto»

Cannavaro: «Thiago Motta? A volte la Juve gioca peggio dell’anno scorso, quando si diceva peste e corna di Allegri»

Ar Udine 25/04/2024 - campionato di calcio serie A / Udinese-Roma / foto Andrea Rigano/Image Sport nella foto: Fabio Cannavaro

Tuttosport intervista Fabio Cannavaro, ex Juve, ex Real ed ex capitano della Nazionale. Con il quotidiano affronta diversi temi, dalla Juventus al Mondiale per Club, dalla nuova Champions al Real.

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Cannavaro: «La Juventus a volte giocano in modo peggiore rispetto all’anno scorso»

È molto logico e molto saggio, Cannavaro. E allora ne approfitto: a proposito di cambiamenti ed evoluzioni, cosa ne

pensa della nuova Champions League?

«Non lo so. Io sono legato alle Coppe di una volta, l’eliminazione diretta fin dall’inizio rendeva tutto più adrenalinico. Anche i gironi erano più elettrizzanti di questa formula, dove però alla fi ne vengono fuori i valori e ci sono molte più partite, forse per accontentare il pubblico».

Torniamo alla Champions: il Real fatica Si sono complicati la vita con Mbappé?

«Sicuramente sta facendo fatica ad ambientarsi. Occhio però, perché anche gente come Beckham e Figo hanno patito. Il Real è così: assembla giocatori stellari e poi sono cavoli dell’allenatore. Comunque si vede che Mbappé non riesce a trovare una collocazione e il fatto che ami rientrare a prendersi il pallone, perché non è una punta centrale pura, to glie spazio a Bellingham, uno che l’anno scorso era da Pallone d’Oro e quest’anno soffre».

Accennava ai problemi della Juve: quali sono secondo lei?

«Il fatto di essere ripartita da zero. Ds nuovo, allenatore nuovo, tanti giocatori nuovi: non è mai facile. perché per ricostruire ci vuole tempo e alla Juventus il tempo non sempre te lo danno, perché secondo me ci vogliono tre anni per completare il progetto, ma al secondo anno in cui non vinci a Torino diventa difficile. Credo poi che ci fosse una grande aspettativa per un calcio più spettacolare e, invece, a volte giocano in modo anche peggiore rispetto all’anno scorso, quando si diceva peste e corna di Allegri. Però Thiago è bravo, sta lavorando tanto, bisogna avere pazienza, si vince anche attraverso un percorso e non ci sono scorciatoie»

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Cosa pensa del Mondiale per club? I calciatori, però, dicono che si gioca troppo.

«Vero, ma tutto è proporzionato a quello che si guadagna. Si vuole guadagnare tanto, si deve giocare tanto. Io non voglio fare quello che dice: aaaah ai miei tempi… però giocavamo tanto anche noi, negli anni dei Mondiali e degli Europei avevo si e no 20 giorni di vacanza. C’erano tante partite e soprattutto non c’erano cinque sostituzioni, ma tre. Oggi un tecnico con una rosa di 22/24 giocatori può gestirli in modo che tutti abbiamo un minutaggio equilibrato. E, poi, diciamo la verità: tutto questo dura dieci, al massimo dodici anni. Un cantante o un attore possono arriva re a ottant’anni e continuare a fare il loro mestiere. Un calciatore deve sparare tutto in una decina d’anni, nei quali dare il massimo, poi ha tutta la vita per rilassarsi e andare in vacanza».

È diventato complicato fare l’allenatore…

«No, è bellissimo. Molto stimolante. Prima ti davano una squadra da gestire, oggi devi insegnare ai giocatori cosa devo

no fare. Devo dire che mi piace: è una responsabilità che stimola. Ci sono staff da organizzare, dati da analizzare, tutto è più complesso, ma alla fi ne il calcio rimane calcio, in qualsiasi epoca».

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