L'impronosticabile stagione del primo Motta continua, arrivando finalmente a colorare di bianconero una pagina importante e segnata sul calendario da inizio stagione: il faraonico City di Guardiola si piega allo Stadium, Pep si inchina e continua a vivere la crisi peggiore della sua carriera, Thiago riapre tutti i giochi Juve, emotivi e di competizione. Una serata da Champions giocata da Champions, vinta da squadra e tecnico in maniera eccezionale, andando di nuovo oltre ai problemi come la botta alla caviglia che ha praticamente azzoppato Conceicao a inizio partita, non permettendogli di fare la differenza appieno. Ma Di Gregorio ha stoppato Haaland e Vlahovic ha fatto il Trezeguet, con un gol all'unica occasione pulita avuta, e come dice Ancelotti: il portiere ha parato, l'attaccante ha segnato. E la Juve ha vinto.
Di Gregorio salva alla Buffon su Haaland
La Juve si vede negare un angolo, per un fuorigioco sbandierato in maniera errata dall'assistente, e un calcio di punizione dal limite dell'area che solo Turpin non vede e che costa a Conceicao una caviglia girata e la paura di una sostituzione, alla quale il portoghese prova a resistere tornando in campo. Doku è la spina nel fianco di Savona e di Motta, da lui arrivano le azioni più pericolose - provvidenziale Locatelli a chiudere lo specchio su una palla velenosa messa in mezzo - Yildiz quella di Guardiola: destro secco da fuori area che sibila vicino al palo di Ederson e azione in solitaria - controllo al volo eccezionale - e folata in area fermata solo dall'intervento di tre difensori. Partita sempre bloccata sullo 0-0 ma al City basta un secondo, De Bruyne per Haaland, a tu per tu con Di Gregorio, tocco sotto e tutto fatto ma il portiere della Juventus tiene a galla i suoi con la manona alzata alla Buffon a togliere il gol. È l'highlight principe del primo tempo, con la Juve molto confusa e pasticciona nella trequarti offensiva.
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