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Juvemania: cosa direte oggi a Thiago Motta? E a Vlahovic? E a Locatelli? Da qui inizia un'altra stagione

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Redazione Calciomercato

Juvemania: cosa direte oggi a Thiago Motta? E a Vlahovic? E a Locatelli? Da qui inizia un'altra stagione

items-center text-gray2 flex text-sm gap-1.5"> Cristiano Corbo

17 minuti fa

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E ora cosa volete dirgli? Cosa si può dire a Thiago Motta, che ha battuto la versione più umana possibile dei marziani? Con una Juventus diversa, certamente migliorata nel collettivo, di sicuro con più uomini a disposizione e un jolly da giocare per la "grande notte". Quella che spacca in due le stagioni, quella che cambia inevitabilmente il presente. La Juve c'è, si può quasi dire che sia tornata, ma non abbiamo la controprova di ciò che effettivamente potesse essere con un Bremer in più, con un Nico Gonzalez a pieno ritmo, con Douglas Luiz nelle rotazioni. Vecchie storie, oggi contorte, comunque in grado di dare fiducia per il futuro e soprattutto di indicare come positivo il lavoro di Thiago.

Il protagonista è lui, lo è spesso stato nelle ultime settimane, al centro del dibattito come delle divisioni. In conferenza, ieri sera, si è tolto un masso dalle scarpe strette che portava: "Io non sono un integralista, mi adatto alle situazioni". E sembra una risposta chiara dopo tutto quello che aveva letto, dopo tutti i colpi - per nulla sorprendenti - di chi lo voleva giù dal trono in cui era salito senza apparenti motivazioni. Solo per quell'entusiasmo che aveva forse gettato troppo fumo negli occhi, poiché tutti in preda alla ricerca di nuove certezze. "La mia soddisfazione non è la mia idea di calcio", ha aggiunto. Ma vivere notti così.

E di una notte così ne aveva bisogno tantissimo la Juventus, come i suoi principali protagonisti. Un po' sparsi per il campo, un po' accerchiati da tifosi e media nelle scorse settimane. Prendete Vlahovic: non è stata una prestazione sontuosa, ma ha fatto tutto quello che doveva fare. Spiovente tra Gvardiol e Lewis, e la sua testata imbarazza Ederson fino a entrare in porta. Prendete Danilo: bene in uscita, bene in marcatura, ottimo nelle letture. E' stato un concentrato di attenzione nella sua stagione più distratta. E prendete McKennie, messo alla porta in estate. E prendete Locatelli, che fa una partita solidissima ed estremamente intelligente.

Insomma: Juve-Man City è la prova definitiva di come tanto sia cambiato, se non tutto. E di come certe notti te le costruisci col lavoro e con l'ambizione, pure se sei giovane, hai grosse assenze, poco feeling con tutto quello che ti circonda. In realtà, per arrivare alla vittoria con gli inglesi, la Juventus ha dovuto fare solo un passettino indietro, cioè in direzione Bologna. Ha preso forza da quel coraggio e l'ha esternata per tutta la partita, perché sapeva che solo così l'avrebbe portata a casa. Ha lasciato indietro la spocchia di certe notti e ha indirizzato tutto il resto nel battere Doku, Grealish, Haaland, De Bruyne, Bernardo Silva, Gundogan, Walker, Dias, Gvardiol, Lewis ed Ederson. Saranno pure stati in difficoltà, ma dall'altra parte c'era chi aveva fatto la storia del calcio più recente.

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