Lazio-Inter è anche Lotito contro Marotta: storia di una piccata rivalità
15/12 07:00 Lazio-Inter vale una fetta di scudetto, quanto grande lo dirà solo il resto del campionato. Per Simone Inzaghi, che con un certo orgoglio porterà il tricolore nel “suo” Olimpico bianco celeste, sarà la chiusura di un cerchio, aperto nella Serie A 2019/2020, il campionato interrotto dalla pandemia con le due squadre vicinissime in classifica. Lo scudetto, alla ripresa, lo vinse la Juventus di Sarri: la Lazio di Inzaghi si sciolse come neve al sole di luglio, l'Inter di Conte - al quale sarebbe due anni dopo succeduto Inzaghi - terminò seconda.
Lazio-Inter è anche la sfida, la prima con la stessa carica, tra Claudio Lotito e Beppe Marotta: due presidenti che, non avendo nulla in comune, non si sono mai piaciuti e non lo hanno mai nascosto. Infiniti gli attriti, spesso ben poco oltre i toni istituzionali. Il primo confronto di cui si abbia notizia è anche il più duro: estate 2014, si deve scegliere il nuovo presidente federale, Marotta e Lotito - come oggi - sono su fronti opposti. L'allora ad della Juventus sostiene Albertini, il laziale appoggia Tavecchio. Marotta critica Lotito per l'eccessivo presenzialismo in Nazionale e il presidente laziale, imbeccato da un cameraman a margine dell’assemblea di Lega, se ne esce con una frase a dir poco infelice: “Con un occhio gioca a biliardo e con l'altro mette i punti”. La vicenda si chiuderà con multe da diecimila euro per Lotito e per la Lazio, ma senza querela di Marotta, negata dalla Figc, nell'irritazione di casa Juve, perché avrebbe violato la clausola compromissoria: ”È paradossale - dice Marotta - che una persona ne offenda un’altra con una multa e io rischierei un anno di squalifica se adissi le vie legali”.
Atto secondo a gennaio 2018, sempre in via Rosellini: sul tavolo ci sono i diritti televisivi, la discussione si prolunga e Lotito la chiude a modo suo: «Qua so' tutti impiegati». Il destinatario è proprio Marotta, che non la prende molto bene: rissa sfiorata, è necessario separarli. Nemmeno i tempi duri del Covid ammorbidiscono i toni: a marzo 2020, Lotito vuole far ripartire a tutti i costi il campionato. Dopo aver battibeccato con Andrea Agnelli - che gli risponde col celebre “Ora sei anche virologo” -, Lotito se la prende con Marotta, nel frattempo passato all'Inter ma in linea col suo ex club all’insegna della massima prudenza: “A te che te frega, hai già mandato via tutta la squadra”. Irritazione in casa Inter per l’invasione di cambio.
A maggio 2021 proprio Inzaghi riaccende la rivalità, quando Marotta - lo ha raccontato lui - lo chiama mentre è a cena con Lotito e gli propone la panchina dell'Inter. Solo il sacro mercato - leggasi Correa e Acerbi - sanerà la frattura. È l'unico tratto in comune fra Lotito e Marotta: il calcio come impresa, poco importa se di famiglia o di un fondo. L'ultimo capitolo è cronaca recente, Lotito e Marotta sono ancora contrapposti a livello di politica sportiva. A febbraio 2024 il primo chiede le dimissioni del secondo dal ruolo comune di consigliere federale, dopo l'incontro tra il presidente federale Gabriele Gravina e le big. Richiesta inesaudita, mentre il vento in A cambia: Lotito, in Lega, è oggi in minoranza. Marotta guida, a braccetto con la Juve, una nuova maggioranza, che in settimana conta di eleggere Ezio Simonelli, salutando il lotitiano Lorenzo Casini, per poi partecipare alla più o meno annunciata rielezione in Figc di Gravina, altro storico avversario del presidente laziale. Prima, però, c'è da giocare una partita che profuma di scudetto.|Altre notizie Serie A| |