Errori, distrazioni, limiti tecnici, equivoci tattici. Sarebbe bastato ricordare che ha battuto il peggior City degli ultimi dieci anni
La Juventus di Thiago Motta è deprimente, squadra in preoccupante involuzione (Gazzetta)
Db Torino 30/10/2024 - campionato di calcio serie A / Juventus-Parma / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Thiago Motta
La Juventus di Thiago Motta è deprimente, squadra in preoccupante involuzione (Gazzetta)
La Juventus ha pareggiato in extremis 2-2 col Venezia: impietosa e realistica l’analisi della Gazzetta dello Sport con Fabio Licari:
Chiamate un dottore, subito, la Juve è malata di pareggite acuta e di tanti altri problemi e problemini che rischiano di trasformarsi in una cosa molto seria.
Questa Juve deprimente è di Thiago Motta, non del povero vice Hugeux. E sua è l’insistenza su Yildiz largo, su Koop inspiegabile, su Locatelli in panchina a impoverire la difesa, su Thuram centrale, sul palleggio davanti alla propria area che non incanta più nessuno… Per sua fortuna c’è Vlahovic che al 50’ non ha paura di niente, neanche di sbagliare un rigore che avrebbe incendiato uno stadio già inviperito per l’ennesima figuraccia. Vlahovic, freddissimo, infila Stankovic e strappa il 2-2 con la forza della disperazione. Avrebbe meritato di vincere il Venezia, ma il “mani” sciagurato in area di Candela, a un niente dal fischio finale, condanna ancora Di Francesco.
La Juventus ha battuto il peggior City degli ultimi dieci anni
Più che un analista ci vorrebbe uno psicologo per spiegare il passaggio dal 2-0 al City a questo 2-2 con l’ultima in classifica. O forse basterebbe ricordare che si trattava del peggior City degli ultimi dieci anni, quindi astenersi entusiasti e celebrativi. Decimo pari, quarto di fila, per di più trovandosi in vantaggio e facendosi ribaltare. Non può più essere una coincidenza: gli avversari hanno preso le misure al possesso esagerato (69%), minimalista e rallentato di Motta.
Anche contro il Venezia, che in trasferta aveva fatto soltanto due punti, la Juve ha esibito lo spiacevole campionario di errori, distrazioni, limiti tecnici, equivoci tattici che non la rendono ancora una squadra. Quello che è più preoccupante è l’involuzione. Ad agosto la Juve riusciva a trasformare il palleggio ragionato in improvvise verticalizzazioni, con scambi di prima, entrate, movimentismo. A Bologna dicevano che non si capiva il ruolo dei giocatori, tanto era calcio totale. Tutto dimenticato. E sembra scomparsa anche l’autorevolezza, il “sentirsi” Juve, che aveva permesso goleade contro Como, Verona, Psv. Il palleggio è lento e senza ispirazione, il movimento senza palla inesistente.
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