Jorge Mendes è l’agente più celebre al mondo. L’uomo che ha gestito la carriera di Cristiano Ronaldo e di una serie di giocatori con i quali ci si può divertire a creare un dream team che vincerebbe tutto. In quasi trent’anni di carriera ha accumulato affari galattici e storie mirabolanti, che hanno creato un personaggio mitico nell’ambito del calciomercato. Anche perché Mendes non ama parlare e i silenzi alimentano le leggende, che in quel mondo - sotto sotto - possono anche fare comodo, soprattutto a chi, di mestiere, realizza i più grandi sogni o insinua i peggiori incubi nel cuore di milioni di tifosi, spesso all’inseguimento della scia del suo jet privato. Poi, nella realtà, resta, il percorso, senza dubbio affascinante, di un uomo che ha costruito una fortuna con genio, intuito e una dedizione al lavoro totalizzante.
Buongiorno Mendes, togliamo di mezzo la domanda che tutti i nostri lettori ti farebbero se ti incontrassero da qualche parte: Antonio Silva può davvero firmare per la Juventus?
«La Juventus continua a essere uno dei migliori club d’Europa... ma il futuro appartiene a Dio».
Che tipo di giocatore è?
«È un giocatore giovane con molta qualità, di livello mondiale. Ha già dimostrato il suo valore, ed è per questo che anche l’anno scorso alcuni dei migliori club europei volevano ingaggiarlo».
Ora facciamo un passo indietro, torniamo al premio che riceverà domani sera, “Best European Agent”: un tempo l’agente era una figura che incideva relativamente poco sulla carriera di un calciatore, era più che altro un consulente per i dettagli del contratto. Oggi è forse la figura che può trasformare la vita di un calciatore. Quanto è importante avere un buon agente per un giocatore oggi?
«Gli agenti sono coloro che si preoccupano del giocatore, che cercano di aiutarlo, sostenerlo e consigliarlo in tutte le fasi della sua carriera e anche della sua vita. Sapete, per esempio, che il 90% dei giocatori finanziariamente indipendenti finisce per perdere tutto o quasi tutto quello che ha accumulato nel corso della sua carriera? Questo dato preoccupante evidenzia sempre di più la necessità, almeno per la maggior parte dei giocatori, di evitare i cosiddetti amici occasionali e gli affari estemporanei. Dovrebbero invece circondarsi di persone serie, competenti, oneste e professionali, in modo da essere protetti e concentrarsi esclusivamente sull’attività che svolgono, cioè giocare a calcio. Senza doversi preoccupare di altre cose. A differenza di quel 90% che perde tutto o quasi, sono orgoglioso del fatto che il 90% dei giocatori dell’universo Gestifute abbia la propria indipendenza completamente guidata e garantita».
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