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"Ma chi crede a Cairo? Alla deriva da 20 anni, cori Juve il punto più basso"

"Cairo, la stessa frase da un po'..."

«Se arriva qualcuno più ricco e bravo di me sono disposto a vendere». Bresciani: «Sì, adesso Cairo da un po’ ripete questa frase. Ma cosa vuol dire? Cosa significa? L’Empoli, l’Udinese... tanto per fare due esempi senza neanche dover evocare l’Atalanta... sono società più strutturate che insegnano calcio e crescono... e non mi pare proprio che abbiano fatturati più alti... E poi cosa significa più ricco e bravo di me? Domando: quando lui ha acquistato il Torino dai Lodisti nel 2005 chi era? Quanti lo conoscevano? Chi poteva dire quanto fosse ricco e quanto bravo, all’epoca? Io penso che il suo tempo sia finito, che se ne debba andare. Deve mettere un candidato acquirente nella condizione di poter avvicinarsi al Torino e trattare... Speriamo che succeda, adesso, dopo 19 anni di grigiore, di parole e di promesse non mantenute. Parlano i fatti».

Bresciani: «*Cairo non manifesta ciò che i tifosi hanno nel cuore. Se non comprende che il Toro è questo...*».

Bruno: «*Un giovane tifoso, un ragazzino di 10 anni che idea si può essere fatto del Toro se si basasse solo sulle partite che ha visto? Dov’è finita la nostra squadra con una storia leggendaria? È la storia che lui ha ignorato. Perché? E perché continua a insistere, anche adesso?*».

Bresciani: «Un’altra sconfitta di questi 19 anni è che a Torino stanno diminuendo i bambini tifosi del Toro. Anche il nostro Toro mica vinceva sempre! Ma davamo tutto, facevamo innamorare i tifosi, ci ricoprivano di affetto e rispetto anche dopo le sconfitte. Perché noi avevamo dentro quegli insegnamenti dei maestri granata».

Bruno: «E comunque vincevamo anche e pure tanto! I derby... la Coppa Italia... il terzo posto in A... la conquista della finale Uefa... C’era la semina granata e c’erano i giocatori, c’erano i punti di riferimento in società e al Fila. Noi eravamo indiani. Invece adesso la curva della Juve canta per farlo restare... È il punto più basso, la prova di cosa è diventato il Torino. Mi chiedo: Cairo non si fa delle domande se siamo arrivati a un simile sprofondo? E non si dà delle risposte? Oggi i tifosi devono vivere di ricordi, purtroppo».

Bresciani: «Sono tifosi stanchi, non ne possono più. E la stanchezza è proprio una brutta cosa se si parla di tifo. La peggiore, probabilmente».

Bruno: «Finora ha dimostrato di voler restare a dispetto di tutto e tutti. Ma come fa a restare in paradiso a dispetto dei santi? Se ha un po’ di orgoglio personale è ora che metta il Torino in vendita e si faccia da parte. Siamo diventati una specie di squadra satellite delle grandi».

Bresciani: «Se una persona pura come Silvano Benedetti, cresciuto in granata, per 20 anni colonna del settore giovanile, a un certo punto dice basta perché evidentemente non ne può più... poi rifiuta di trasferirsi alla Juventus e alla fine dice addio al suo Toro, beh... è molto significativo, no? Ed è anche molto triste».

Bruno: «E gli insulti ai tifosi di quei giocatori a Superga, il 4 maggio? Un fatto gravissimo. Una pugnalata, per chi ama il Toro. Mancanza di rispetto totale per la gente e tanto più davanti alla morte del Grande Torino. Se è successo, è anche perché evidentemente nessuno ha saputo trasmettere i valori del Toro a questi ragazzi. E una volta di più è una prova dell’assenza della società».

Bresciani: «Spero che arrivi un nuovo proprietario e anche in fretta. Ma poi ci vorranno anni e anni per ricostruire un vero Toro, dopo questa lunghissima deriva cominciata 30 anni fa e da 20 continuata con Cairo».

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