TORINO - Regola numero uno nello sport: essere in forma. Se non sei al top della condizione, se sei stanco, se hai le gambe o le braccia pesanti, se non hai fiato a sufficienza, tutto ciò che riuscirai a proporre nella sfida che ti attende inevitabilmente sarà condizionato. Lo sanno benissimo alla Juventus che, a partire dal 2 ottobre, quando Bremer a Lipsia si ruppe il crociato e Nico Gonzalez si lesionò il muscolo della coscia, è iniziata una catena di infortuni senza precedenti cominciando a erodere il numero di disponibili. Situazione quasi grottesca, con una serie di ko tale da costringere Thiago Motta a presentarsi a Lecce con appena 13 giocatori della prima squadra di movimento. Un record di cui la Juventus ne avrebbe fatto volentieri a meno: questa carenza di giocatori ha inevitabilmente inciso, eccome, sul rendimento generale. Anche perché in questi ultimi tre mesi i bianconeri sono stati impegnati su due fronti e mezzo, campionato, Champions League e le Nazionali...
Juve falcidiata dagli infortuni
Contano anche questi ultimi? Assolutamente sì, visto il numero di juventini che vengono mediamente convocati e che oltre all’impegno fisico in campo devono sobbarcarsi anche viaggi a volte transoceanici come capita ai sudamericani o agli statunitensi. Tra l’altro la Juventus, a testimonianza del fatto che sta vivendo una stagione iellata, ha visto Cabal lesionarsi pure lui il legamento crociato del ginocchio e quindi ricorrere all’intervento chirurgico dopo un infortunio rimediato in Argentina, durante un allenamento con la Colombia, sostenuto poco dopo essere sbarcato dall’Italia. Giocatori dunque spremuti e usurati che hanno reso a lungo l’infermeria della Continassa qualcosa di molto simile a un centro commerciale alla vigilia di Natale: densità altissima. Ora per fortuna la situazione è migliorata, con “solo” Bremer e Cabal lungodegenti, per loro stagione finita, mentre Milik e Cambiaso stanno lavorando a parte per i recuperi dei problemi al ginocchio e alla caviglia.
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