Lamine e gli obiettivi del futuro
Il Barça è la squadra record del Golden Boy con 4 vittorie (Messi, Pedri, Gavi, Lamine): per te c’è una ragione logica in questa statistica? «Direi semplicemente perché il Barcellona è la società che storicamente vanta un vivaio formidabile, il migliore del mondo. La celebre scuola della Masía. Basta guardare quelli che hanno disputato l’ultimo “Clásico” a Madrid: Cubarsí, Fermín López, Casadó, io e Gavi... La scommessa della società su tanti giovani dà loro fiducia ed è per questo che molti del vivaio figurano in questa lista. Rifacendoci al motto del club potremmo anche dire “Més que una cantera”... ».
Qual è l’avversario più difficile che hai affrontato finora? «*David Raum, il laterale sinistro della Germania e della RB Lipsia. Un difensore coriaceo, arcigno. All’Europeo nei quarti di finale contro i tedeschi si è dimostrato un rivale ostico da superare (ndr: nel secondo tempo lo spagnolo ha regalato a Dani Olmo l’assist per l’1-0, poi Raum è stato sostituito)*».
A parte la partita del febbraio scorso a Napoli in Champions League (ndr: 1-1, andata degli ottavi) eri già venuto in Italia per giocare una partita con la squadra giovanile? «Sì, la prima volta nel 2021 con una Under della Spagna. A Firenze, città fra l’altro bellissima. Disputammo due amichevoli: vincemmo la prima 2-1 e la seconda non ricordo, mi pare di aver segnato il primo gol in gara-uno».
Hai scelto anche di essere “testimonial” di Dolce&Gabbana, “griffe” italiana molto prestigiosa a livello mondiale... «Mi piacciono i capi D&G, incontrano il favore e l’apprezzamento dei giovani a quali mi rapporto. Un stile di abbigliamento che fa tendenza e si sposa con i miei gusti. Trendy, moderno ed elegante».
Pensando ai record che hai battuto e ai titoli che hai già vinto, come vedi la tua carriera professionale quando avrai 20-22-25-27 anni? «Entro i ventun anni il mio obiettivo e quello di vincere il Mondiale con la Spagna, la Champions League e altri due titoli di Lega con il Barça».
Per concludere, quale messaggio ti senti di dare a tanti adolescenti nel mondo che sognano di emularti e di percorrere il tuo cammino professionale? «Quello di lavorare, lavorare duro, non abbattersi, non arrendersi mai. Lottare sempre e strenuamente perché solo così si può arrivare in alto, al top. Pensare positivo e anche divertirsi. Perché il calcio resta un gioco. Ma come dice il proverbio: chi si ferma è perduto».
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