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De Rossi e la Juve sfiorata: “L’affare non andò in porto e non so il perché”

Capello, Davids e la Juventus

"All'inizio mi chiamava soltanto negli allenamenti e quella fu la stagione migliore della nostra vita perché vincemmo lo Scudetto. Quell'anno andai un paio di volte in panchina e mi sono sentito una piccola parte di quella stagione. Nessuno si ricorda di me ovviamente, ma io ricordo tutte le emozioni vissute in quell'annata. L'anno successivo sarei dovuto andare in prestito, poi rimasi e giocai 4/5 partite. Nella stagione ancora successiva Capello cercò di prendere Davids dalla Juventus e i bianconeri chiesero 4/5 giovani giocatori come pedine di scambio, ma l'affare non andò in porto e non so precisamente il motivo. Avevo delle squadre che mi volevano tra cui Chievo, Empoli e Reggina ma decisi di rimanere perché credevo di poter giocare. Tutti mi dicevano che ero matto e che non avrei mai giocato con calciatori del calibro di Emerson, Dacourt, Tommasi, Zanetti... Giocai 25/26 partite alla fine, un numero importante per un giovane calciatore"

L'occasione Manchester United

"Sono stato molto vicino, sarebbe stata la prima opzione in caso di addio alla Roma. Fui vicino al Manchester United, la consideravo la squadra migliore in Inghilterra. Inoltre ho avuto ulteriori occasioni per andare in altri club. Nel 2006, durante il Mondiale, ero in aeroporto e il ct Lippi mi chiamò e mi portò in una piccola stanza in cui c'era Ferguson. Lippi mi disse: 'Devi andare lì'. Io stavo in silenzio perché c'era Ferguson e perché avevo paura di Lippi. Fu una chiacchierata che durò 3 minuti, niente di serio, ma mi sarebbe piaciuto dire a Ferguson 'Io voglio venire”.

Calciopoli ed il Mondiale 2006

"Fu qualcosa di brutto anche se i calciatori non c’entravano nulla. Eravamo molto uniti, quando siamo arrivati in Germania ai tifosi italiani che vivevano lì non interessava questo scandalo. Erano tutti con noi, hanno riempito ogni stadio e ci hanno aiutato molto, ci hanno spinto fino alla finale. Sono stato stupido però. Sono stato espulso alla seconda partita per una gomitata. Non mi sono goduto tutto il cammino, pregavo di avere un’altra chance, di giocare la finale. Lippi mi amava, parlava con me anche se sotto sotto era arrabbiato. Ero sicuro che mi avrebbe dato un’altra opportunità se fossimo arrivati in finale nonostante l’errore che avevo commesso. Anche il suo assistente mi disse che fossimo arrivati in finale avrei giocato, e così è stato”.

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