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Montezemolo: «Una Juve così non mi entusiasma nella maniera più assoluta, nei risultati e nel gioco»

A Rai Gr Parlamento: «Per la sindrome da pareggio, l’Avvocato si sarebbe inventato una delle sue battute. La rinascita del Napoli è importante per il sud»

Montezemolo: «Una Juve così non mi entusiasma nella maniera più assoluta, nei risultati e nel gioco»

Roma 05/07/2017 - funerali Paolo Villaggio / foto Insidefoto/Image nella foto: Luca Cordero di Montezemolo

Luca Cordero di Montezemolo, ex presidente di Juventus e anche della Ferrari, è intervenuto a Rai Gr Parlamento per commentare la situazione della Vecchia Signora:

«Per la sindrome da pareggio, l’Avvocato si sarebbe inventato una delle sue battute. Il calcio quest’anno regala due cose belle, l‘Atalanta in grado di lottare per lo scudetto e la rinascita del Napoli, per il sud è importante e vederlo tornare competitivo è una bella cosa. Stimo molto Simone Inzaghi per il suo comportamento. È un campionato ancora imprevedibile con due delusioni, il Milan e la Juventus. Una Juve così non mi entusiasma nella maniera più assoluta, non solo nei risultati ma anche nel gioco».

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Montezemolo: «Hamilton alla Ferrari non è un’operazione di marketing»

Non solo Juve. Montezemolo ha parlato anche di Formula 1 e della sua Ferrari.

«Hamilton è un fenomeno come Verstappen, non è stata un’operazione di marketing il suo arrivo in Ferrari – ha proseguito -. Lui vuole chiudere la sua carriera vincendo in Rosso. Leclerc è giovane, ma anche lui ha bisogno di vincere. Però ci vuole una macchina ancora più competitiva per tutta la stagione. E anche una chiarezza di gestione all’interno del team».

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Due anni fa la confessione: «La presidenza della Juve fu un errore, ma non potevo rifiutare»

Nella lunga intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera, in cui parla anche diffusamente di Enzo Ferrari e dell’Avvocato Agnello, Luca di Montezemolo fa un cenno anche alla sua esperienza alla presidenza della Juventus. La definisce un errore.

«Fu un errore dire di sì. Dopo l’avventura bellissima di Italia ‘90, non ne potevo più del calcio, di stadi, partite, arbitri… Ma non potevo rifiutare. E poi l’Avvocato si era infatuato di Maifredi. Era il tempo del Milan di Sacchi, e lui in fondo aveva sempre amato il bel gioco: Sivori, Platini, Maradona, Baggio».

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