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Mattarella: “Danni profondi sui giovani dalla deriva emotiva della guerra”

"Occorre una approfondita riflessione sui danni che questa deriva emotiva può produrre nel lungo periodo sulle donne e sugli uomini di domani, sui loro sentimenti, sulla loro percezione della realtà e sul modo di organizzare la convivenza". Lo dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla cerimonia di scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile.

Il capo dello Stato prosegue: “Non intendo riferirmi soltanto alle popolazioni che stanno vivendo sulla loro pelle le ferite dei conflitti. Ma su tutti noi. Perché le immagini trasmesse dalle guerre seminano in profondità, paura, inimicizia, divisione, odio, barriere di ogni tipo. Abituandosi a convivere con l'odio si rischia di diffonderlo, di renderlo inestinguibile. Qualcosa, purtroppo, è già cambiato. Credo che possa essere reale un nesso tra quei sentimenti e il crescere della violenza intorno a noi, nelle nostre società".

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Mattarella poi si sofferma sui conflitti in Ucraina e Medio Oriente: "Dopo l'aggressione russa all'Ucraina nuovi fronti di crisi sono esplosi, in una concatenazione che allarga il conflitto dall'Europa al Medio Oriente, moltiplicando rapidamente gli scenari di guerra. Sarebbe miope non vedere quel che lega in un'unica trama questa tragica condizione".

Il capo dello Stato aggiunge: "Non è più il tempo del confronto tra due blocchi, quello dell'epoca della cosiddetta 'guerra fredda', nel quale la corsa agli armamenti militari, e in particolare alle dotazioni nucleari, era contenuta da una intensa iniziativa politico diplomatica capace di evitare pericoli di conflitto aperto”

Per Mattarella: "Occorre reagire, per riaffermare con forza e convinzione le ragioni della pace, della civiltà, della convivenza, di un mondo libero, solidale, interdipendente. Obiettivi per i quali il Governo è impegnato - come è avvenuto anche con l'efficace presidenza del G7 - nella ricerca del dialogo e della collaborazione, con attenzione particolare nei confronti dei Paesi del Sud del mondo. Non possiamo tornare indietro, non possiamo rassegnarci al disordine e al conflitto permanente. La pace e la cooperazione sono sempre possibili".

Passando ai temi più interni, il presidente afferma: "Cosa significa concretamente rispettare e preservare questa unità? Anzitutto vuol dire vivere la Costituzione nella sua attualità. Avere come riferimento sicuro i suoi valori fondativi: la libertà, l'uguaglianza, la giustizia, la solidarietà. I diritti inalienabili di ogni persona. Vuol dire anche riconoscere che vi sono interessi nazionali che richiedono la massima convergenza. Ad esempio il rispetto dei trattati e delle alleanze internazionali, la difesa e la sicurezza dei nostri concittadini e delle infrastrutture strategiche, la salvaguardia dell'ambiente e la messa in sicurezza dei nostri territori. Non possiamo dividerci su questi obiettivi, che sono inevitabilmente di lungo periodo e vanno dunque perseguiti con un impegno che va oltre le maggioranze e le opposizioni di turno".

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