Sette mesi dopo quel 7 maggio che ha travolto la Regione Liguria, oggi il giudice per le udienze preliminari Matteo Buffoni ha messo la parola fine alla parabola giudiziaria che ha costretto l’ex presidente della giunta Giovanni Toti all’arresto prima, alle dimissioni poi, infine all’accordo sul patteggiamento.
Toti, tramite il proprio legale Stefano Savi, ha concordato con i pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti una pena di due anni e tre mesi, convertita in 1620 ore di lavori di pubblica utilità: alla fine il giudice ha dato il suo ok affinché l’ex governatore le svolga nell’ufficio comunicazione della Lilt, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Potrà svolgere più di 15 ore settimanali, spostandosi in tutta Italia laddove fosse necessario. Toti ha dato disponibilità per ogni tipo di mansione e, compatibilmente alle coperture assicurative, potrebbe anche fare da autista per l’accompagnamento di malati.
Le tangenti
Le accuse messe nero su bianco sono di corruzione nell’esercizio delle funzioni e finanziamento illecito ai partiti. Toti deve rispondere di corruzione perché il suo comitato elettorale ha incassato 74mila e 100euro da Spinelli: come ricostruito grazie a intercettazioni e documenti, il portuale voleva a tutti i costi la proroga trentennale della concessione sul terminal Rinfuse, che condivide al 50 per cento con l’armatore di Msc Gianluigi Aponte, alla fine ottenuta anche grazie a Signorini.
Ma i favori a scio’ Aldo non sono finiti qui, e come prevede la legge sono stati contestati dai pm sia che abbiano portato al risultato cercato dal re dei terminalisti, sia che non si siano concretizzati. Poi ci sono i 10mila euro intascati sempre dal comitato elettorale Giovanni Toti da Esselunga, tramite spot pubblicitari su “Terrazza Colombo”.
L’intervista
Spinelli dopo il patteggiamento: “Provavo a frenare Toti ma a ogni elezione voleva soldi per il suo partitino”
di Marco Lignana 17 Settembre 2024
Infine l’ultima accusa di tangente, versata stavolta dall’imprenditore della nautica Luigi Alberto Amico, pure lui indagato nel filone di inchiesta rimasto ancora aperto, che comprende anche tutti i nomi coinvolti negli episodi legati al voto di scambio. Al comitato di Toti sono stati confiscati 84mila e 100 euro.
Il libro “Confesso, ho governato”
Toti questa mattina non era in aula, così come non erano in aula gli altri due imputati, l’imprenditore portuale Aldo Spinelli e l’ex numero uno dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. Nel pomeriggio però sarà alla sala Matteotti della Camera, per presentare il suo libro “Confesso, ho governato”. L'incontro sarà moderato dalla giornalista Hoara Borselli del Giornale (il direttore Alessandro Sallusti ha affidato a Toti il ruolo di editorialista), presenti i deputati Ilaria Cavo e Pino Bicchielli, poi è previsto un dialogo a tre con l'autore insieme a Maurizio Lupi ed Enrico Costa. Quest’ultimo è il politico che più di tutti si è prodigato in questi anni per riformare da par suo la giustizia, fino ad arrivare alla recente approvazione della cosiddetta “legge bavaglio”.
Patteggiano anche Spinelli e Signorini
Spinelli, difeso dagli avvocati Andrea Vernazza e Alessandro Vaccaro, ha patteggiato invece 3 anni e 3 mesi, mentre Signorini (assistito dai legali Enrico e Mario Scopesi) 3 anni, 5 mesi e 28 giorni.
A differenza di Toti, gli altri due imputati dovranno poi passare dal tribunale di Sorveglianza per decidere come scontare la pena: nessuno dei due, a meno di colpi di scena, andrà in carcere.
Signorini peraltro è già stato recluso a Marassi dopo l’arresto, mentre Toti e Spinelli sono rimasti mesi ai domiciliari.