La Juventus ha comunicato la decisione al difensore (33 anni) che però non intende andarsene a mani vuote
Danilo, Giuntoli vuole rescindere il contratto ma il giocatore vuole una buonuscita (Corsera)
Mg Torino 27/08/2023 - campionato di calcio serie A / Juventus-Bologna / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Danilo Luiz da Silva-Jhon Lucumi'
Danilo, Giuntoli vuole rescindere il contratto ma il giocatore vuole una buonuscita
Lo scrive il Corriere della Sera che con Monica Colombo fa il punto sulla sessione di calciomercato che sta per arrivare e che – sempre secondo il Corsera – vede la Juventus tra le più attive.
Scrive il Corriere della Sera:
La squadra che sulla carta pare più suscettibile di cambiamenti è la Juventus, orientata a nuovi innesti per centrare la qualificazione in Champions. Cristiano Giuntoli ha informato l’agente di Danilo sulla volontà del club di interrompere il contratto con sei mesi di anticipo: Conte e Manna seguono con interesse l’evoluzione dei colloqui, determinati ad aggiungere nello spogliatoio un elemento di valore ed esperienza. Va detto che il procuratore del difensore 33enne ha replicato che la volontà del giocatore è di restare a Torino, da cui se ne andrebbe solo con corposa buonuscita.
Quando Danilo litigò con Lukaku e la Juventus lo invitò a chiarire sul razzismo – VIDEO
Danilo potrebbe diventare un giocatore del Napoli e trovare Romelu Lukaku come compagno di squadra. I due furono protagonisti di un bisticcio che ebbe discreta evidenza mediatica. Lo ricordiamo.
Come andò
Coppa Italia 2022/23, andata di semifinale tra Juventus e Inter. Si giocò all’Allianz Stadium. Sull’1-0 per la Juve l’arbitro fischiò un rigore all’Inter al 95′. Dal dischetto si presentò Romelu Lukaku, superò Szczęsny ed esultò. Si portò la mano destra alla tempia a mo’ di saluto militare e l’indice sinistro sul naso. L’esultanza mandò su tutte le furie la curva della Juventus, proprio sopra la porta di Szczęsny. Volarono insulti razzisti (già durante la partita Romelu ne aveva sentiti parecchi). Anche i giocatori della Juve contestarono l’esultanza. Primo fra tutti Danilo allora capitano dei bianconeri.
Il brasiliano prima andò da Lukaku e poi dall’arbitro, invocò il secondo giallo e quindi l’espulsione per l’attaccante dell’Inter (la squalifica gli fu revocata). Nel frattempo partì la rissa. Il più battagliero fu Cuadrado che andò dal belga per dirgli qualcosa. Romelu non gradì e partì il teatrino.
Quell’esultanza fu mal interpretata da tutti. Tifosi juventini, giocatori e pure arbitro. Tanto che Danilo nel post partita disse:
«Lukaku ha segnato, ha fatto un gesto di stare zitti alla nostra curva e lì è stato facile il lavoro dell’arbitro che è normale lo ammonisca. È stato espulso correttamente secondo me».
Danilo ritratta ma senza scusarsi con Lukaku: “Il razzismo è un argomento troppo serio”
Dopo quelle parole, arrivarono diverse critiche allo stesso capitano della Juventus. In molti gli fecero notare che non era la prima volta che Lukaku esultava in quel modo e che lui invece aveva ignorato i continui insulti razzisti. Compreso l’errore (o glielo fecero capire), Danilo fu invitato dalla società a ritrattare. Sui social pubblicò un post in cui precisava:
Leggi anche: «Lukaku merita le scuse della Juve. La Serie A combatta il razzismo invece di punire lui»
“Il razzismo è un argomento troppo serio per essere trattato in maniera superficiale. Io sono antirazzista e qualsiasi atto di questo genere deve essere duramente condannato“.
Successivamente, rilasciò anche un’intervista pubblicata sul sito della Juve:
«Il razzismo è razzismo e basta. Quello che vedo in questo momento nel mondo del calcio è che ci sono tante situazioni che succedono spesso e noi, e quanto dico noi intendo tutti quelli che sono coinvolti nel calcio, aspettiamo sempre che la cosa si faccia insopportabile per agire e per fare qualcosa. È qui che dobbiamo cambiare atteggiamento perché non possiamo dire: ‘va bene, c’è stato un atto di razzismo durante una partita’. Poi dopo sei mesi pensiamo di fare qualcosa. No, dobbiamo agire quando succede la prima volta. Queste cose o si fanno o non si fanno, non si può mantenere una comfort zone perché altrimenti le cose non cambiano».
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