tuttosport.com

Vanoli scuote il Torino: dal rilancio di Vlasic alla strigliata per Ilic

TORINO - Sono lontani i tempi in cui Mihajlovic dava della «mozzarella» a Baselli per scuoterlo nella cucina della doppia fase. Da lì in poi si può saltare d’incanto (ma incanto si fa per dire) in groppa a Ilic, altro centrocampista troppo spesso indolente. Lento nel rimettersi in moto, una volta perso il pallone. Capace di correre per un recupero, ma un po’ meno già la volta dopo. Ci pare che il serbo ritenga piacevole specchiarsi persino quando ha le occhiaie e i capelli arruffati. Incide a intermittenza nella fase di costruzione e in quella specificatamente offensiva, lascia correre quando gli avversari corrono (col pallone tra i piedi verso Vanja). Juric lo aveva fortemente voluto, ma per poi mandarlo a quel paese già dopo qualche mese. In ritiro in alta quota, spedendolo anzitempo negli spogliatoi, ma anche a 239 metri sopra il livello del mare, cioè a Torino in allenamento. Oppure in partita: vedi certe sostituzioni pesanti dopo appena 45 minuti, o comunque a ripresa in corso dopo un ginepraio di frustrazioni. Per carità, i piedini buoni, in particolare il sinistro, li ha senza dubbio. La visione del gioco lo sostiene e la puntura chirurgica anche, quando le congiunture astrali gli scodellano libertà in campo (patisce enormemente le marcature) e ispirazione (un torrente carsico: si vede, scompare, si rivede, scompare di nuovo). Juric gli chiedeva non soltanto d’essere frizzantino nei lanci, negli inserimenti, nei dribbling e nella confezione delle punizioni e degli angoli (cross belli alti in area, please), ma pure di farsi una buona volta il mazzo nei rinculi doverosamente rapidi, negli inseguimenti con tackle allegati, nei raddoppi per aiutare i compagni.

Ilic, Vlasic come esempio

Ha 23 anni, è ancora giovane: certo. Ma quando gli scatterà quella benedetta molla in testa e nel cuore? Da 4 anni gioca in A, da Verona è salito sul Torino, guadagna pure un botto e come tutti i calciatori appartiene a una schiera di ultraprivilegiati. È così difficile, è così faticoso ammazzarsi di corse e riempirsi di grinta? Glielo ripeteva Juric, glielo ripete Vanoli: e ovviamente la coincidenza non stupisce. «Ricci ha avuto qualche linea di febbre nei giorni scorsi, ma dovrebbe riuscire a essere della partita - spiegava ieri il tecnico -. In ogni caso Ilic deve essere pronto e disponibile ad aiutare la squadra. Ha qualità importanti, ma restano fini a loro stesse se Ivan non mette davanti a tutto, sempre, le esigenze della squadra. Deve imparare a diventare un giocatore non solo di qualità, ma anche importante per il gruppo». In questo, potrebbe prendere esempio da Vlasic. Juric lo chiamava «il pitbull» per la tigna che ci mette: a livello di impegno il croato raramente può essere incolpato, al massimo lo ingolfa il grigiore palla al piede. «Vlasic sa stare nel vivo del gioco»: a Empoli, entrando nella ripresa, è tornato a dare una scossa, finalmente. E oggi potrebbe anche tornare titolare al posto di Gineitis. Ma un giorno Ricci, Ilic e Vlasic potrebbero giocare insieme dal primo minuto?, è stato chiesto a Vanoli. «Sì, se c’è in tutti la mentalità giusta. Bisogna mettersi a disposizione in tutte e due le fasi di gioco: solo così la squadra può rendere di più. Se invece qualcuno tralascia la fase difensiva, mette in difficoltà tutta la squadra. Sto cercando di far capire ai miei che io voglio giocatori sempre affamati e ambiziosi. E se sei affamato e ambizioso, ti metti per forza al servizio della squadra. Nel calcio di oggi non puoi permetterti di pensare solo a costruire. La cosa più importante per me è che i giocatori abbiano capito che la squadra è il valore più importante, sia se si è titolari, sia se si entra a gara in corso. E ciascuno deve tifare per i compagni, sia se sta in panchina, sia se viene sostituito». Vanoli ha già predicato tante volte «l’umiltà»: nessuno si senta escluso, ma Ilic ascolti un po’ meglio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Read full news in source page