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Torino, la situazione per il vice Zapata: da Arnautovic a Simeone e Beto

TORINO - Non che fin qui la rincorsa di Vagnati a un attaccante fosse stata facilitata da un percorso agevole, però le ultime in relazione agli obiettivi principali individuati dal direttore tecnico granata complicano ancora più il quadro. Già, perché se Beto, Arnautovic e Simeone sono accomunati da costi importanti, con Vagnati frenato nelle intenzioni da quel budget che sappiamo essere di 8 milioni, guardando all’austriaco e all’argentino la questione si fa ancora più complessa mettendoci dentro le parole recentemente ricevute dai due. Arnautovic è stato esaltato da Inzaghi che lo reputa centrale nell’Inter per ragioni tanto di spogliatoio quanto, all’occorrenza, per il contributo che può dare in campo, mentre Simeone è ora portato in palmo di mano da Conte, che lo vede quale rimpiazzo ideale alle spalle di Lukaku (che invece per il tecnico salentino è da diverse stagioni a questa parte il centravanti ideale). Alle spalle del quale, ritiene Conte, poter contare sul Cholito è un’opportunità da non sottovalutare. E in effetti parliamo di un giocatore andato quattro volte in doppia cifra in otto campionati di Serie A, gli ultimi tre, prima del nono e attuale, trascorsi a Napoli per lo più da subentrato.

Gli elogi di Conte e Inzaghi

Tanto che Conte così ha voluto premiarlo: «La crescita di Simeone è evidente a tutti - la carezza al proprio giocatore -. Io e lui sappiamo su cosa deve migliorare. Giovanni ha preso anche da suo padre che è stato un centrocampista di sudore e gli ha trasmesso certi valori. Oggi, senza dubbio, è un calciatore più forte di quello che ha iniziato con me la stagione». Dall’altra parte dell’Italia, a Milano sponda nerazzurra, è invece il tecnico campione d’Italia che tesse le lodi dell’austriaco: «Arnautovic e Taremi sono stati bravissimi: sono giocatori di valore internazionale», ha detto l’allenatore dopo il successo in Coppa Italia contro l’Udinese firmato anche da un gol dell’ex del Bologna (il 2-0 è stato di Asllani). E d’altronde è risaputo come Inzaghi stimi il calciatore a suo tempo emule di Ibrahimovic. Attestati che provengono da club come Napoli e Inter, là in cima alla classifica a giocarsi lo scudetto in questo momento assieme all’Atalanta. Se già non è facile lasciare due club così prestigiosi, tanto meno lo è farlo quando in suddetti club ti trovi anche bene. Ed è questo il caso di Simeone come di Arnautovic. Che restano obiettivi caldi ma pure cari. Uno perché ha il cartellino che vale 15 milioni, l’altro perché ne prende 3,5 di ingaggio.

Beto e Jovic le alternative

Sullo sfondo resta Beto, gradito a Vanoli per le sue doti, ma pure gravato da emolumenti che ballano tra i 3,5 e i 4 milioni in base al raggiungimento dei bonus inseriti nel contratto. Più facile arrivare a Jovic - visto che il Milan non fa resistenze - ma qui il problema è di natura fisica. Con tutto il tempo che ci ha messo a guarire Vlasic dalla pubalgia, il Toro è restio a inserire un altro elemento appena uscito dalla medesima patologia. Anche perché la rosa va integrata con il vice Zapata: 8 milioni da spendere non sono tanti, ma possono essere sufficienti. Scegliendo con attenzione, e facendo sentire importante l’uomo chiamato a raccogliere in eredità il post Duvan. «Io devo pensare a fare il mio compito, la società sa fare bene il proprio»: il testimone passato da Vanoli alla dirigenza, quando il focus si sposta sul mercato.

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