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“Cosa non sta funzionando nella Juve. Vlahovic? In un club così non basta mai”

"La Juventus è una squadra alla ricerca della propria identità. L’idea alla base del progetto è chiara, ma i bianconeri non hanno ancora trovato quel filo conduttore che permetta loro di essere competitivi, a pieno titolo, ai massimi livelli".

Il processo di crescita sarebbe potuto o dovuto essere più veloce?

"Nel calcio, quando si scende in campo, si pensa sempre di essere pronti a vincere. Ma la realtà è che un progetto nascente, con un allenatore nuovo, tanti giocatori nuovi e pure una dirigenza nuova, necessita di tempo. È fisiologico, al fine di assorbire al meglio tutti i concetti inediti".

Ma ha intravisto aspetti che possano far pensare a un progetto vincente?

"La Juventus, nel concreto, è ancora alla ricerca di qualcosa, ma almeno nella teoria ci sono aspetti già lampanti. Ancora manca quel tocco di magia che, all’improvviso e spesso senza preavviso, dà un senso a tutto, permettendo di creare gioco e produrre occasioni con continuità. Quella scintilla deve ancora scoccare, ma il tempo provvederà".

Cosa non ha funzionato, fino a questo momento?

"Ci sono sicuramente delle attenuanti, a partire dagli infortuni. Non ci si può scordare del fatto che la squadra stia facendo a meno di Bremer, per esempio, uno dei centrali più forti al mondo. Guardate il City di Guardiola: ha perso un equilibratore come Rodri e sembra non funzioni più nulla. E poi..." .

E poi?

"E poi ci sono tanti giovani. Che stanno pure facendo bene, ma anche in questo caso serve pazienza: giocare nella Juventus non è come giocare in altre squadre. Tutti vogliono vincere, ma alcuni club non hanno alternativa: vale per i bianconeri come per Real Madrid, Bayern Monaco, Manchester United. E Milan".

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