Dopo 43 giorni la Juventus è tornata alla vittoria in campionato. Lo ha fatto sul campo dell’ultima in classifica, ma non solo per questo c’è poca gloria nel ritorno al successo dei bianconeri. Non c’è gloria nel suo gioco e non c’è nemmeno cattiveria, non c’è la capacità di chiudere la partita, non c’è la voglia che invece si trova dall’altra parte. Ci sono dei momenti, dei lunghi momenti, in cui la Juve sembra una squadra qualunque, distante mentalmente dalle grandi che occupano la parte più alta della classifica. Forse si sente bella ed invece è leggera, le sue individualità faticano a fondersi anche in partite contro un avversario tecnicamente più debole, mortificato nell’animo dall’ultimo posto in classifica e nella formazione da tante assenze pesantissime, come Djuric, Pessina e Maldini.
Vedi il Napoli, l’Atalanta e l’Inter e capisci che appartengono alla razza padrona. La Juve no. E’ morbida. Non ha lo spirito delle grandi. Eppure i buoni e gli ottimi giocatori, quelli pagati un occhio sul mercato di quest’anno e degli anni scorsi, non mancano, ne ha in abbondanza nonostante le assenze di Bremer e Douglas Luiz. Quello che manca alla Juve per alzare il proprio livello è l’insieme, la capacità di legare i reparti, di far valere le proprie individualità. Se il Monza riempie la propria metà campo con tutti i giocatori, servono la velocità e la qualità delle giocate per far saltare il muro e questo accade raramente. Tanto per segnalare le difficoltà della Juventus basta ricordare che in tutto il primo tempo Vlahovic ha tirato (male) verso la porta una sola volta e che Yildiz, spostato a sinistra, non ha mai saltato l’avversario.
La Juve avrebbe potuto, anzi, dovuto sfruttare i timori del Monza migliorando la qualità della sua manovra e mostrando la faccia cattiva. Si è approfittata, questo sì, delle imperdonabili disattenzioni della difesa di casa in occasione dei due gol, ma quando doveva alzare la voce si è adagiata e ha consentito al Monza prima di agguantare l’uno a uno e poi di avvicinarsi tantissimo al due a due, fino a chiudere la partita in piena sofferenza. Negli ultimi venti minuti il Monza l’ha quasi messa sotto. Con i tre punti di ieri, la Juve ha agganciato la Fiorentina al quinto posto, ma i viola hanno due partite in meno, una la giocheranno oggi contro l’Udinese, l’altra con l’Inter. Domenica c’è proprio Juventus-Fiorentina e quella partita potrà fare ancora più chiarezza sulla dimensione dei bianconeri.
Quanto al Monza, se il destino di Nesta dipendeva da questa gara, Galliani non potrà che concedergli altra fiducia. Fra infortunati e squalificati, al tecnico mancava forse il meglio della squadra, ma fino all’ultimo istante non ha mollato la presa, ha giocato, spinto, attaccato, nel secondo tempo ha creato almeno tre occasioni per il due a due. Può sembrare un paradosso, vista la sconfitta e la qualità della squadra, ma ieri il Monza ha fatto vedere alla Juventus qual è lo spirito che serve in queste partite.
© RIPRODUZIONE RISERVATA