TORINO - Nessuna lesione per Teun Koopmeiners. Parole più dolci non ci possono essere, per Thiago Motta e la sua Juventus. Perché dopo la sostituzione precauzionale di Monza, con l'olandese che ha dato forfait al termine di quarantacinque minuti discreti, l'allarme poteva avere strascichi. "Ha sentito un po' tirare all'adduttore - aveva spiegato il tecnico fra i due tempi - e non abbiamo voluto rischiare". Così ieri il centrocampista, al mattino, si è presentato al J-Medical: sorrisi e autografi ai presenti, poi gli esami che hanno escluso problemi di gravità maggiore rispetto a quanto preventivato. È indubbiamente un sospiro di sollievo perché dicembre è stato il mese di Koop. Dopo un solo assist nei primi cento giorni di Juve, ecco la rinascita: assist contro Lecce e Monza - corner battuto perfettamente per il tap-in di McKennie nell'area piccola - gol con Bologna e Cagliari, quest'ultimo con una punizione pennellata. Di più, è apparso centrale e carismatico, sia nel battere i calci da fermo che per trascinare con corse, recuperi e cambi di gioco.
Il raggio di azione di Koop
Un occhio più esperto potrebbe obiettare facilmente che Thiago ha deciso finalmente di schierarlo più dietro, non tanto da trequartista ma quasi da frangiflutti davanti alla difesa, nella rivisitazione delle Colonne d'Ercole: da un lato Gibilterra, dall'altro lo Jebel Musa, in Marocco, a segnare il limite conosciuto per chi si vuole avventurare. Di spalla a Thuram o con Locatelli poco importa, probabilmente perché entrambi con compiti più codificati rispetto al tuttocampista Koopmeiners. Del resto così è sempre stato inquadrato da Motta. Un giocatore universale, che può rivestire qualsiasi ruolo del centrocampo, che potrebbe anche eventualmente essere stopper o addirittura libero vecchio stampo, come visto qualche volta in Eredivisie con l'AZ Alkmaar. Anche lì aveva segnato valanghe di reti partendo da una posizione da quaterback, invece che da incursore più vicino alla porta avversaria. Probabilmente l'equivoco tattico parte anche da qui, perché con l'Atalanta veniva impiegato nei due con Ederson o De Roon, oppure come collante al fianco degli Scamacca, ai Lookman o ai De Ketelaere. Però il salto di qualità i nerazzurri lo hanno fatto quando Koop è finito in mediana, lasciando lo spazio al tridente. Perché le sue caratteristiche sono quasi uniche, potendo gestire qualsiasi pallone che passa dalla retroguardia all'attacco, come se ci fosse uno snodo di trasmissione impossibile da saltare. Come è meglio non saltare nemmeno lo scontro diretto contro la Fiorentina di domenica prossima. Dopo ieri si respira più che ottimismo circa il suo recupero.
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