Si percepisce una vertigine nell’afa di Miami: la Juve ha divorato i suoi dubbi, specchiandosi nella disfatta del Camping World Stadium. E ora vuole solo affrontare il Real a viso aperto per scrollarsela definitivamente di dosso. Il calendario non aspetta, e forse è un bene. Perché certe cadute non si dimenticano sotto l’ombrellone o al fianco dei propri cari, ma in campo lottando per soddisfazioni ancora più grandi. In questo caso, i quarti di finale del Mondiale per Club.
Dunque, spazio ai titolari, o a ciò che ne resta, specialmente in difesa: dopo il ko di Savona, ieri anche Gatti - influenzato - ha dato forfait all’allenamento. Un disco rotto. Una vecchia ferita che si riapre quando tira forte il vento. Eppure Tudor non cerca alibi. È calmo, freddo e concentrato, come sempre. I ragazzi lo seguono, e anche per questo ha deciso di concedergli 24 ore di libertà nei giorni scorsi. Una boccata d’ossigeno, prima della salita, impervia, verticale, contro la squadra più forte del mondo.
Buongiorno Igor Tudor, come sta la squadra alla vigilia di un match così importante e delicato?
«Stiamo bene, sabato tutto il club ha voluto prendersi un giorno di riposo per fare una sorta di "reset". Abbiamo fatto colazione tutti insieme e poi ci siamo concessi una giornata libera, prima di concentrarci anima e corpo per preparare con motivazione, voglia e attenzione la partita con il Real Madrid».
É stato lei a proporre quest’iniziativa per smaltire la delusione del ko con il City?
«In realtà no: era già stata calendarizzata da tempo per far rifiatare i ragazzi…».
Il caldo vi ha creato grossi problemi?
«Giocare a queste temperature non è il massimo, ma è un tema che riguarda tutte le squadre partecipanti, quindi va accettato».
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