FIRENZE - La paura fa quindici. Come i giorni che scattano da oggi e lì dentro vale la clausola per portare via Moise Kean da Firenze: a patto di presentarsi con cinquantadue milioni sonanti, quelli fissati dagli uomini di mercato di Commisso giusto un’estate fa all’acquisto dell’attaccante classe 2000 che veniva da 0 (zero) gol in stagione in maglia Juventus («***Chi non la riteneva congrua allora?***», ha chiesto retoricamente il direttore sportivo Pradè nella conferenza stampa di fine maggio). Tanti o pochi che vengano considerati adesso per il valore del centravanti che grazie alla Fiorentina - oltre che a se stesso - si è rilanciato, il club viola fino al 15 del mese appena iniziato sa comunque come muoversi. Con un nome in cima all’elenco delle cose da fare se e casomai: Roberto Piccoli.
Kean, nessuna avance
Andando con ordine e con una premessa che sembra scontata solo in apparenza: tutti alla Fiorentina, Pioli in testa che ha già avuto modo di parlare con Moise, e i tifosi ovviamente schierati compatti al loro fianco sperano e vogliono andare avanti con Kean, il centravanti atteso invano dalla partenza di Vlahovic (gennaio 2022) con destinazione Torino sponda bianconera, e anche dall’altra parte ad ora non c’è segnale o indizio che allontani il calciatore, al quale tra le altre cose spetta il compito di attivare questa clausola. Richieste in tal senso non sono arrivate alla Fiorentina stessa, né dal diretto interessato e né dalle società che potrebbero essere invece interessate. Ad esempio l'Al-Qadsiah, la prima e più concreta minaccia sotto il profilo economico per il portafoglio senza fondo dei sauditi, ma siamo al si dice e a un approccio che è stato esplorativo con gli agenti di Kean per capire soprattutto se esista la volontà di lasciare il calcio che conta a meno di un anno dal Mondiale americano tra Canada, Stati Uniti e Messico. A sensazione non c’è, nemmeno di fronte ad un’offerta da quindici milioni che può perfino salire. Semmai, quello sì, il problema per la clausola può chiamarsi Premier League, dove non ci sono gli stessi soldi che in Arabia ma neanche c’è la minima difficoltà a trovarli per spenderli. La voce che gira è quella che conduce diritta al Manchester United in questo caso, però va ribadito al momento l’insussistenza di qualsiasi proposta, ancorché informale.
Fiorentina, Piccoli a chi?
Solo che il primo dei quindici giorni della clausola scatta appunto oggi e il tempo per cambiare scenario non manca: se succede la Fiorentina ha un piano d'azione immediato e si chiama Roberto Piccoli, 24 anni compiuti a gennaio, dieci gol in trentasette partite nell’ultimo campionato al Cagliari. Altro profilo e altro prototipo rispetto a Kean e per questo non da metterli a paragone: si tratterebbe di un investimento tecnico da parte della società viola, ovviamente benedetto da Pioli, e quasi sicuramente neppure l’unico per sopperire a quella che sarebbe la partenza di un bomber da venticinque gol in stagione. E sempre da venticinque si parte per i milioni chiesti dal club di Giulini. Meglio: si partirebbe.
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