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Juve, braccio di ferro con Vlahovic. Ma le carte sono tutte in mano a Dusan

Una delle missioni più delicate di Damien Comolli, da qualche settimana nuovo direttore generale della **Juventus**, sarà provare a disinnescare la mina **Dusan Vlahovic**. Il centravanti serbo, il cui contratto è in scadenza il 30 giugno 2026, ha finora rimbalzato tutte le proposte: sia quelle relative alla possibilità di spalmare il suo maxi-ingaggio, sia le sirene arrivate per esempio dal Fenerbahçe, che gioca in un campionato giudicato non troppo competitivo. Compito difficile, per il dirigente bianconero che prossimamente incontrerà l’agente Darko Ristic, e non è un caso che anche chi lo ha preceduto non vi sia riuscito.

**Tutte le carte sono di Dusan.** Il centravanti ex Fiorentina, nella partita con la Juventus, ha la mano migliore. Quasi un full d’assi, mentre la _Vecchia Signora_ al massimo gioca con una doppia coppia. Se rimanesse a Torino, nella prossima stagione guadagnerebbe 12 milioni di euro netti a stagione: un problema enorme, non certo per lui ma per la società bianconera. E poi potrebbe andare via, più o meno ovunque, a parametro zero. Vlahovic ha 25 anni (ne compirà 26 a febbraio) e tutta la carriera davanti. In più, anche senza consacrarsi, i suoi gol li ha sempre fatti: a Torino, 58 in 145 partite. Non certo un’infinità, ma nemmeno un flop.

**Anche lo scenario di un anno fuori squadra** - l’ultima spiaggia del braccio di ferro a cui sembra pronto Dusan -, alla fine peserebbe molto di più alla Juventus che a lui, nonostante tutto. E non solo per l’ovvia questione economica di tenere fuori il giocatore più pagato, ma anche per un aspetto tecnico: se l’attacco di Tudor non dovesse dare quanto sperato, la presenza di Vlahovic in tribuna diventerebbe all’istante motivo di dubbi e brusio.

**Una variabile.** Nella Juve di oggi, comunque, non sembra più esservi spazio per lui: i messaggi sono stati incrociati. A quelli del club, Vlahovic ha risposto ricordando che il numero 9 bianconero fino a prova contraria è lui, ma dalla società, che ha chiuso **Jonathan David** e sta lavorando per un altro bomber, l’indicazione è stata chiara. Di fatto, c’è un solo argomento a cui Comolli possa appigliarsi: la voglia di giocare, e di non buttare via uno degli anni migliori nella (breve) carriera di qualsiasi giocatore. Anche per tenersi stretto il Mondiale: è vero che la Serbia non è la Francia, e la concorrenza non è stellare, ma al momento Vlahovic è già dietro a Mitrovic nelle gerarchie e un anno ai box non lo farebbe certo avanzare, anzi. È, forse, l’unica carta del mazzo davvero a disposizione del dg bianconero.

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