Sorpresa è l’emozione che continua ad accompagnare il percorso di Alberto Costa. La sorpresa del suo arrivo a Torino, nel gennaio scorso, per esempio. Quando la Juve era chiamata a coprire la voragine che si era creata al centro della difesa, a causa degli infortuni di Bremer e Cabal. E, invece, il primo colpo dell’inverno bianconero fu proprio Alberto Costa, arrivato dal Vitoria Guimaraes, appena reduce dal salto dalle giovanili al calcio dei grandi. La sorpresa, poi, di vederlo pronto a dare il suo contributo, dopo i primi mesi passati da oggetto misterioso. Un lungo apprendistato - non era reputato pronto dal punto di vista tattico, da Motta e dal suo staff -, che si è tradotto in una serie di panchine. Il debutto arriverà solo a marzo, contro il Verona; poi mezz’ora contro Atalanta e Fiorentina, le due partite che portarono al ribaltone in panchina. Lo stage, però, non termina con il cambio di allenatore. Tudor lo lascia in panchina nelle prime tre partite dal suo arrivo a Torino, nelle tre dopo gioca 42 minuti tra Parma, Monza e Bologna.
I miglioramenti di Alberto Costa
La svolta arriva con la Lazio, il 10 maggio, Alberto Costa passa i test d’ingresso ed è reputato pronto per il debutto da titolare. È in quella partita che Tudor si accorge di avere a disposizione un giocatore che risponde all’identikit di quello che cerca in un esterno. Ha gamba per fare avanti e indietro, è ben predisposto al sacrificio, attacca gli spazi e corre indietro per dare copertura. Certo, c’è molto su cui lavorare, soprattutto a livello difensivo e il Mondiale per Club lo ha dimostrato. I margini di miglioramento si colmano nel quotidiano e l’allenatore croato è più che intenzionato a farlo. A meno che non intervenga il mercato. A meno che quell’offerta - rilanciata ieri da Sportitalia - da 20 milioni dello Sporting Lisbona non si concretizzi nel ritorno a casa del portoghese che proprio lo Sporting, l’inverno scorso, contese ai bianconeri. Impossibile non fermarsi un attimo, ragionare su cifre e fattibilità dell’operazione. Difficile, però, che si concretizzi.
Juve, ne vale la pena?
La Juventus ha pagato Alberto Costa circa 14 milioni di euro e il Vitoria Guimaraes vanta ancora una piccola percentuale sulla futura rivendita. A conti fatti, i bianconeri registrerebbero a bilancio una plusvalenza, ma non così ricca da spingere a rispondere con un sì immediato. Dall’altra parte della bilancia, invece, pesa il giudizio dell’allenatore che ha dimostrato di contare su Costa, dandogli anche indicazioni precise: «Tudor vuole che giochi bene con il resto dei compagni sotto tutti i punti di vista: a livello tecnico, competitivo, e offensivo. Io sto facendo del mio meglio per migliorare». E pesa, soprattutto, la situazione della rosa: vendere Costa significherebbe aumentare i problemi e non risolverne. Si aprirebbe un buco importante sugli esterni, un ulteriore carico di lavoro per Comolli. Ne vale la pena? Questa la domanda a cui, dalle parti della Continassa, si dovrà dare una risposta.
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