Un piano quinquennale per la Juventus. Quello di tenere Kenan Yildiz, numero dieci, fantasista, leader e... asset. Perché dopo il rinnovo di dodici mesi fa, con uno stipendio alto (da un milione e mezzo) per chi era alla prima annata totalmente da professionista, ora ci sarà un nuovo prolungamento fino al 30 giugno del 2030 - con opzione per il 2031 - a cifre ancora più importanti. Ingaggio che partirà dai 3,5 milioni di euro, potendo arrivare intorno ai 4 con tutti i bonus. Un investimento importante e un'investitura altrettanto, in seguito a una prima stagione più che discreta: dodici gol e nove assist, con un outlook decisamente positivo nell'ultima parte, in particolare durante il Mondiale per Club.
Yildiz, la posizione in campo
La prossima dovrà essere quella della definitiva consacrazione. Perché se è vero che ci sono già stati diversi sondaggi e interessamenti nel corso degli ultimi mesi, dall'altro lato non bisogna sottovalutare l'evoluzione del rendimento. Oltre che la posizione in campo: con Thiago Motta soffriva l'essere relegato sull'esterno sinistro, quasi da ala che toccava la linea laterale, quando voleva essere più centrale per essere coinvolto maggiormente nelle operazioni. Una situazione validata da Tudor che lo ha inserito nei due trequartisti dietro l'unica punta. Facendolo comunque partire lievemente dal versante mancino per farlo convergere e calciare verso la porta, ma con più libertà di calpestare anche una zolla differente e non solo per dare ampiezza alla manovra. La doppietta (che sa di tripletta) ai marocchini del Wydad di Casablanca ha acceso le luci di molte società top, come il Bayern Monaco - dove Yildiz è cresciuto ma che poi lo ha perso a parametro zero nel momento del passaggio in prima squadra - e il Barcellona che, da par suo, ha diversi problemi economici e non può permettersi una valutazione come quella che la Juve dà del suo trequartista. Perché nell'era in cui Retegui finisce in Arabia Saudita - per 68,5 milioni - l'idea è quella che lui possa valerne circa 100, in crescita esponenziale rispetto all'estate scorsa quando la richiesta poteva essere di poco meno della metà. Dopo il rinnovo sarà dura, per chi si presenterà con un assegno, scendere da una determinata cifra. Ed è qui che il turco diventa un asset strategico per la società. Qualora non dovesse arrivare una qualificazione in Champions, ecco che potrebbe essere il sacrificabile con cui ricostruire e fare un certo tipo di mercato, oltre ad affrontare spese che saranno messe in preventivo.
Yildiz, asset e/o simbolo
Insomma, le trattative sono fondamentali sia per quanto riguarda il campo sia per la salute economica della Juve: d'altronde uno stipendio del genere non è un'esagerazione per un eventuale top europeo, contrariamente a quanto capitato per Vlahovic che era passato dagli 800 mila euro agli 8 a stagione, finendo ai 12 attuali.
Questo però è lo scenario peggiore, perché l'intenzione sarebbe quella di tenerlo e farlo diventare simbolo, uomo copertina, trascinatore. Di certo in quest'estate non sarà cedibile in nessun caso, dovendo risolvere altre situazioni spinose come quelle dello stesso Vlahovic, ma anche di un Douglas Luiz che potrebbe salutare in prestito. Giocatori costati moltissimo e che hanno ingaggi comunque sopra a quello che percepirà Yildiz a breve, senza però avere la stessa centralità nel progetto del tecnico Igor Tudor.
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