Vederlo, ascoltarlo, e perciò raccontarlo. Luca Marrone, tre scudetti e svariate coppe con la Juventus, ha incontrato François Modesto lungo il suo cammino. È accaduto nell’estate del 2022, in un Monza in piena ricostruzione: il giovane dt faceva il suo ingresso nel calcio italiano, che aveva frequentato soltanto da calciatore del Cagliari. Era stato in grado di riportare il Nottingham Forest in auge. Con l’Olympiacos invece aveva creato una rete giovanile sfociata poi con il successo in Youth League nel 2024. Insomma: era già uno da grandi promesse. A queste, ha cercato di dar seguito. Luca Marrone, la prima impressione su Modesto? «Quando era arrivato a Monza, l’ho notato subito: è un ragazzo giovane, con un approccio giovane. In quei mesi condivisi ho potuto apprezzare quanto fosse aperto al dialogo. Era l’anno dei Mondiali d’inverno, poco dopo per me finì l’avventura in Brianza».
Oggi è alla Juve. L’avrebbe mai detto?
«*Ricordo che si parlava ogni tanto della sua carriera, di quando aveva giocato in Italia. E delle esperienze all’estero, in Inghilterra e Grecia. In fondo, sì, si capiva...*».
Cosa?
«Quanto fosse ambizioso. Voleva arrivare a certi livelli. E aveva le qualità, un’intelligenza notevole. Insomma: si poteva intuire quel tipo di percorso».
E spesso era tra i calciatori.
« Sì, difatti va considerato come una figura intermedia tra la Società e i giocatori. Spesso era con noi. Lo trovavi a far colazione tra i ragazzi: era lì e si chiacchierava. Poi quando c’erano da prendere decisioni, naturalmente, non si tirava indietro. Con personalità».
Parla quattro lingue: un aiuto.
«Sì, ricordo. Con qualche straniero si cimentava nella sua lingua, parla un ottimo italiano ovviamente. Ed è un vantaggio grosso, quello di riuscire a esprimersi perfettamente. Niente incomprensioni».
Ma è un buon innesto per la Juventus?
«Ha già maturato una buona esperienza in Europa: può portare qualcosa in più, di diverso. Sono convinto che farà bene».
Per lei è uno da algoritmo?
«Lo sappiamo: ultimamente si guardano tanto i numeri, ma vedere le partite per me resta la base. Se noti un calciatore dal vivo puoi valutarlo totalmente, capirme le doti di leader. Che tipo è François? Uno che va in giro a veder partite. Credo voglia fare ancora quello».
E la Juve? Come la vede?
«*Sono fiducioso. E contento della conferma di Tudor: farà bene*».
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