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Cambiaso al centro della Juve: ritocco, 2030 e capitano del futuro

Dai carruggi che, bui e stretti, scendono verso il porto, fino alle vie centrali che, larghe e luminose, ospitano le vetrine del lusso. Genova raccoglie in sé le contraddizioni tipiche delle grandi città che affacciano sul mare. Una doppia faccia, come quella mostrata in questa stagione da uno dei suoi figli, Andrea Cambiaso. Tocca allacciare forte le cinture di sicurezza ed essere disposti a salire e scendere sulle montagne russe per ripercorrere l’annata dell’esterno classe 2000. C’è l’esaltazione per una prima parte di stagione giocata da protagonista assoluto. Cambiaso è stato uno dei centri nevralgici dell’idea di gioco di Thiago Motta, la ciliegina su una torta che è collassata su sé stessa al secondo strato, mostrando tutte le fragilità della sua costruzione. Dicembre è stato il mese della svolta, in negativo: invece di portare regali e promesse di un futuro migliore, l’ultimo mese dell’anno è stato gravido di problemi. Si sono sommati, uno dopo l’altro, schiacciando le spalle di un giocatore che, sulla leggerezza, in campo e in generale nella vita, costruisce il suo modo di essere.

Cambiaso, i guai fisici e il pressing del City

Il 7 dicembre, durante Juve-Bologna, una pallonata alla caviglia sinistra va ad acutizzare un dolore già esistente. L’infortunio sembra poca cosa, ma si trascinerà per mesi in una continua rincorsa alla forma migliore. Del Cambiaso di inizio stagione, però, nemmeno l’ombra. Oltre il peso dei guai fisici, le voci di mercato. In particolar modo, il pressing del Manchester City e di un Guardiola che a gennaio spinse per averlo in squadra. La Juventus alzò il muro, fino agli 80 milioni di richiesta iniziale mai raggiunti dagli inglesi. Dietro questo muro, il ronzio del trapano del tecnico catalano: se Guardiola chiama, impossibile non prendere almeno in considerazione l’idea di ascoltarlo. Infortunio e mercato si intrecciano e, con la situazione generale della squadra, ecco spiegato cosa è successo a Cambiaso.

L'ultima versione promette bene. Priorità rinnovo

L’ultima versione dell’esterno, quella vista al Mondiale, è una promessa di ritorno sui livelli che gli competono: merito di Tudor e merito suo che ha saputo sgomberare la mente e ripartire. Tempo, adesso, di pensare all’immediato futuro e a confermare il suo ruolo centrale nel progetto tecnico. In mezzo a tanti punti di domanda, nel pacchetto degli esterni adesso è lui la certezza. Una posizione in cima nelle gerarchie della rosa e una valutazione di mercato alta: fattori che l’entourage vorrebbe venissero corrisposti anche a livello salariale. La promessa era tale. Al momento dell’ultimo rinnovo, con scadenza fissata al 2029, c’era una sorta di promessa dell’ex management di ripensare e rimodulare l’ingaggio del calciatore. Adesso, c’è la consapevolezza che le priorità siano altre: da un lato quella di farsi trovare pronto a inizio stagione, dall’altra i tanti nodi da sciogliere sul mercato. La dirigenza della Juventus è cambiata, non il ruolo centrale di Cambiaso nel progetto tecnico ora nelle mani di Tudor. C’è tutto il tempo per riprendere i discorsi a partire da quella promessa, estendere il contratto fino al 2030 con adeguamento. E blindare un potenziale “capitan futuro”.

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