TORINO - Francisco Conceiçao non è un giocatore della Juventus. Ma lo è stato e, soprattutto, lo sarà di nuovo. I contatti tra il club bianconero e il Porto, gli ultimi nel pomeriggio di ieri, hanno infatti dato esito positivo, al punto che Chico dovrebbe tornare alla corte di Tudor fin dal raduno, in programma per giovedì prossimo alla Continassa.
I colloqui tra le parti avevano imboccato una via proficua già da alcuni giorni, grazie all’intervento diretto di Jorge Mendes, il potente agente dell’esterno offensivo. Ma alla svolta si è arrivati in virtù di una mossa strategica da parte dello stesso Conceiçao, che ha deciso di rinunciare al 20% del suo stesso cartellino, quota che – scenario piuttosto insolito – deteneva dai tempi dell’operazione con cui i Dragoes l’avevano riportato “a casa” dopo l’esperienza all’Ajax. Tradotto: la Juventus ha così potuto ottenere uno sconto complessivo rispetto ai 30 milioni previsti dalla clausola rescissoria sul contratto, senza dover scendere a compromessi con lo stesso Porto, che incasserà comunque quanto gli spetta.
Conceicao alla Juve in quattro rate
Con una differenza rispetto all’eventuale attivazione della clausola, opzione che i bianconeri non hanno mai preso in considerazione di percorrere: il pagamento dei 25 milioni più bonus concordati potrà avvenire in quattro rate e non in un’unica soluzione, strada impercorribile al momento alla Continassa. Un gesto da “cuore Juve”, quello di Chico, che per certi versi ricorda la decisione di Jonathan David, l’unico altro innesto finora dell’estate bianconera, risolutivo nella trattativa per approdare a Torino avendo chiesto al suo entourage di ridurre le pretese sulle commissioni, al fine di poter sposare la causa bianconera. Tra bonus accessori all’operazione e un adeguamento dell’ingaggio, in ogni caso, Conceiçao sul lungo periodo avrà modo di recuperare una parte della cifra in questione.
Tudor sponsor di Conceicao
Tudor sarà così presto accontentato, essendo stato il principale sponsor di Conceiçao nelle ultime settimane. Un aspetto tutt’altro che scontato, guardando all’ancora breve storia del croato sulla panchina bianconera. Il suo arrivo, a fine marzo, era coinciso con il passaggio al 3-4-2-1, modulo che sulla carta penalizza Chico, puntualmente finito in panchina e anche con sguardo piuttosto rabbuiato. Lo stesso sfoggiato nella notte dell’Olimpico, in casa della Lazio, quando il portoghese era stato sostituito 40’ dopo essere a sua volta subentrato, a dispetto dell’ottimo impatto sulla partita, crocevia fondamentale nella poi vincente rincorsa bianconera al quarto posto. Ma le qualità tecniche pressoché uniche nel calcio moderno, unite alla voglia di emergere sempre sfoggiata in allenamento, durante la settimana, hanno invitato l’allenatore di Spalato a rivedere la sua posizione sul portoghese, divenuto infatti un punto di forza della squadra tanto nel finale di campionato quanto nel corso del Mondiale per Club.
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