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Emarginato, insostituibile, ceduto per forza: Costa lascia la Juve ed è plusvalenza

Da emarginato a insostituibile. Da occasione di mercato ad ariete per favorire i futuri colpi in entrata dei bianconeri. Insomma, sei mesi tanto intensi quanto insoliti, in cui Alberto Costa si è rivelato tutto e il contrario di tutto. Un profilo sconosciuto, arrivato a gennaio - tra lo scetticismo generale di tifosi e addetti ai lavori - quando la Juventus si trovava agli albori di una vera e propria crisi esistenziale, che ha finito per inghiottire l’intero spogliatoio bianconero, già martoriato dai tanti infortuni stagionali. Servivano profili di esperienza, giocatori pronti e navigati che potessero prendere per mano i più giovani e reindirizzarli verso le floride praterie dell’Europa. Quella che conta. Invece, è arrivato Costa: 14 milioni di euro per un esterno portoghese di 22 anni, che vantava giusto una decina di presenze con la prima squadra del Vitoria Guimaraes. Da lì le prime panchine sotto la gestione di Motta - che tra l’altro l’aveva pure escluso dalla lista Uefa -. Un disco rotto nei suoi primi due mesi in bianconero. Poi l’arrivo di Tudor, a confermare il trend: Costa non era altro che un nome relegato ai margini della distinta.

Costa verso lo Sporting

Un sussurro pronunciato dallo speaker della Juve al momento della lettura delle formazioni, destinato - almeno sulla carta - a realizzarsi in prestito lontano da Torino. Poi la chance - per via dei vari ko nel reparto difensivo - offertagli da Tudor più per necessità che per scelta contro la Lazio, a cambiare ogni scenario. Una gara giocata con coraggio, intensità ed applicazione, per giunta in un ruolo mai interpretato prima in carriera: quello di braccetto destro nella difesa a tre. Da quel momento in poi, Tudor non ha mai più rinunciato a lui, schierandolo sempre sulla corsia di destra nelle ultime uscite di campionato e in tutte e quattro le gare del Mondiale per Club. Una sorpresa inattesa. Di certo, la più lieta della seconda parte di stagione della Juventus, con Timothy Weah - che a breve dovrebbe trasferisi al Marsiglia di De Zerbi - finito via via ai margini del progetto tecnico di Tudor. Fino ad arrivare all’offerta, a sorpresa, da parte dello Sporting Lisbona, deciso a riportarlo in patria. Al no iniziale da parte della Juventus, sono seguite una serie di riflessioni: i bianconeri, per iniziare a muoversi concretamente in entrata, dovranno prima chiudere una serie di cessioni.

I dettagli dell'operazione

E con le situazioni dei vari partenti - da Mbangula a Vlahovic, passando per Douglas Luiz e Nico Gonzalez - ancora in via di definizione, hanno scelto la strada forse più saggia, rinunciando a chi invece garantirebbe subito un’immissione di liquidità nelle casse societarie. Da qui la scelta di sedersi a un tavolo con lo Sporting per definire la cessione di Alberto Costa: ballano giusto un paio di milioni tra le richieste della Juventus, che lo valuta tra i 18 e i 20, e quelle dei portoghesi. Insomma, nulla che possa frenare una trattativa a millimetri dal traguardo finale. Lo Sporting, tra l’altro, a breve dovrebbe salutare Gyokeres a fronte del pagamento di 73.5 milioni di euro da parte dell’Arsenal... La Juventus, considerando la clausola pattuita con il Vitoria Guimaraes a cui spetterà il 5% sulla futura rivendita, dovrebbe comunque registrare una piccola plusvalenza (all’incirca intorno ai 3 milioni). Questione di giorni, forse ore, e potrebbe arrivare l’ufficialità con la Juventus che, a quel punto, si troverebbe a dover ridisegnare da zero la corsia di destra.

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