Errori madornali, che definirli in altro modo vorrebbe dire edulcorare la realtà, aggiungere un po’ di zucchero affinché la pillola vada giù. E poi operazioni che sono invece nell’ordine delle logiche di mercato, cessioni giuste e qualche leggero rimpianto. Oneri e onori, vantaggi e rischi: si accetta tutto ciò quando, come ha fatto la Juventus, si decide di lavorare in maniera progettuale con il settore giovanile. Quando si costruisce una seconda squadra che può essere fucina di talento spendibile per la prima, ma anche fonte di guadagni. Chi ha seguito con attenzione l’Under 23 – oggi Juventus Next Gen -, ricorderà il portoghese Felix Correia. Ala offensiva, dava l’impressione di poter essere tutto e niente, quel talento che non serve scavare troppo per essere visto, ma a cui manca sempre una scintilla per esplodere. E, quindi, dopo un giro di prestiti non esaltanti, non stupì la sua cessione per 1,5 milioni al Gil Vicente. Ed ecco l’esplosione: una stagione da 10 gol e 5 assist, i riflettori del mercato che si accendono e il Lille ora pronto a chiudere il suo acquisto per 7 milioni. La Juventus ne guadagnerà, grazie alla percentuale sulla rivendita, circa 1,75 di ulteriori.
Juve, rimpianto Huijsen
Un’operazione che, tutto sommato, sta nell’ordine delle cose e non genera eccessivi rimpianti. Quel piatto della bilancia lo riempie invece Huijsen. I bianconeri hanno incassato circa 21 milioni, percentuale sulla rivendita compresa, il Bournemouth lo ha rivenduto a poco più di 60 soltanto un anno dopo. È la fotografia di un tentativo di rivoluzione, avviato la scorsa estate, completamente fallito, portandosi dietro più problemi che soluzioni. E tanti rimpianti. Quello dello spagnolo è il caso che fa più rumore, ma non è certo l’unico, anche se il grado di rammarico è diverso. Nel 2021, la Juventus vende il centrocampista Ahamada allo Stoccarda per 4 milioni, due anni dopo i tedeschi lo cederanno al Crystal Palace, in Premier, per 12. Altro capitolo che, quantomeno, provoca un po’ di fastidio è quello Dragusin: venduto al Genoa per quasi 10 milioni, rivenduto dal Grifone al Tottenham per 25.
Juve, differenziale da 70 milioni
Ci sono poi i casi contrari, quelli che certificano la buona riuscita dell’affare: Vrioni, al New England per 3,7 milioni, non ha rispettato le attese createsi dopo un’ottima stagione in Austria, ed è passato al Montreal per meno di 100mila euro. Le operazioni prese in esame, che considerano le ultime cinque stagioni, generano un differenziale di 69,3 milioni di euro. Dentro le cifre, pesa in particolar modo l’operazione Huijsen che sta dentro questo insieme per 41,5 milioni. Tradotto: un errore enorme, da non ripetere, che trascina sul fondo il piatto della bilancia con l’etichetta “rimpianti”. Tolta la cessione dello spagnolo classe 2005, restano 27,8 milioni di euro tra le cessioni fatte dalla Juve e quelle seguenti del successivo club di appartenenza del giocatore. Distribuiti in cinque stagioni, poco più di un incidente di percorso, lungo una via che, da qualsiasi punto la si guardi, ha portato vantaggi. Economici e sportivi.
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