Il momento della Juventus non è sicuramente dei migliori, anzi. Il periodo storico è forse tra i più bassi della storia soprattutto nel rapporto tra società e tifosi, arrabbiati e delusi per l'ultima serie di risultati. Fino alla gara di ritorno contro il Psv i bianconeri erano ancora in corsa per tutto mentre ora, a distanza di qualche settimana, la situazione si è rovesciata: fuori dalla Champions, dalla Coppa Italia e reduci dal doppio risultato pesante contro Atalanta e Fiorentina in un campionato sempre più in salita, dove sono state messe a nudo le difficoltà di Thiago Motta, della rosa e del club in generale. Proprio per questo motivo i sostenitori bianconeri hanno deciso di contestare la squadra nelle ultime settimane: dai cori fuori alla Continassa fino alla mancata trasferta del tifo organizzato a Firenze.
Juventus, la rabbia dei tifosi raggiunge l'apice
Così si è consumata l'ultima rottura tra squadra e tifosi con un settore ospiti dello stadio Franchi quasi deserto con pochissimi supporters (la foto è abbastanza eloquente) e in gran parte rimasti all'esterno per continuare la contestazione all'indirizzo della società. Il 3-0 contro la Fiorentina ha fatto capire tutte le difficoltà della squadra bianconera e ha messo a serio rischio la prossima partecipazione alla Champions. Attualmente la Juventus è scesa al quinto posto, dietro al Bologna, e nelle ultime nove giornate dovrà sudarsi fino alla fine (parole non casuali) l'accesso all'Europa dalla porta principale con un quarto posto ancora alla portata ma che non permette ulteriori passi falsi.
In tutto questo c'è da considerare anche la protesta dei tifosi e le contestazioni che, verosimilmente, continueranno anche nelle prossime partite visto il clima di insoddisfazione generale verso la squadra e gli ultimi risultati. E anche il post della Juve sui social è stato preso d'assalto con oltre 16mila commenti: "Società senza dignità", "Non ci meritiamo tutto questo" e ancora chi, invece, vuole le dimissioni o l'esonero di Thiago Motta, oltre che di Giuntoli colpevole delle scelte estive fatte tra mercato e allenatore.
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