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Juve, 9 settimane e 1/2

Decisione complicatissima, sofferta, estrema, sottilmente erotica per i possibili effetti che è in grado di produrre. Tanti dubbi e nessuna certezza - costi a parte - quando ballano oltre cento milioncini e un bel pezzo di futuro prossimo. La domanda-chiave è questa: in 9 settimane e mezzo un allenatore nuovo può incidere più di Kim Basinger?

Da lunedì scorso sento ripetere che domani è il giorno giusto, lo cacciano nel weekend, cambiano di sicuro, non aspettano il Genoa, la squadra è contro Thiago, non lo sopporta più e giù i nomi degli antipatizzanti dello spogliatoio che non divulgo per pudore e correttezza.

Dalla sede centrale di Cape Continass solo smentite e un filo di irritazione mascherata da un sorriso complice: «Ogni giorno la stessa domanda». Come se noi traessimo piacere dal rompere le palle al prossimo in difficoltà. It’s our dirty job.

Mancini e Tudor sono stati preallertati, e lo sanno tutti ormai: siamo nel campo delle scelte emotive e della disperazione da possibile esclusione. Sono i nomi più forti tra quelli praticabili, anche se si somigliano come Kim somiglia a Mickey.

Cosa potranno mai inventarsi? Quanti punti potranno raccogliere da Juve-Genoa a Venezia-Juve, passando per Roma, Lecce, Parma, Monza, Bologna, Lazio e Udinese?

Dice: Tudor è «juventino dentro», ci ha giocato, conosce tutti, nella stagione di Pirlo in panca avrebbe dovuto fare il secondo, ma fu emarginato dallo stesso Andrea e comunque non ha bisogno di un processo di adattamento. Per lui la Juve è casa assai più di Formello.

E il Mancio? Per titoli e esperienza non c’è partita: stravince il duello. Non allena in serie A da nove anni (Inter, 2016) ma conosce il calcio come pochi e, per la Juve, accetterebbe perfi no un anno e quattro mesi.

La Juve ha voglia di impegnarsi per tutto quel periodo?

Sfioro appena il tasto Motta: per la tifoseria è diventato il Diavolo dopo essere stato a lungo l’Angelo Vendicatore di tutti i giochisti ululanti e i treviadani. Ribadisco che sono contrario per principio all’azzeramento dei progetti più giovani e ambiziosi in meno di un anno. Neppure nel momento del bisogno, però, Thiago ha dimostrato di voler correggere il suo atteggiamento.

I costi ora: se proprio vuoi, o devi, cambiare; ripeto, se proprio vuoi, o devi e i candidati alla sostituzione non se la sentono di impegnarsi per soli 4 mesi, garantiscine 16 e prevedi eventualmente una clausola d’uscita di un paio di milioni.

La posta in palio, per la Juve, è altissima e il gioco vale la candela.

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